Nicola Zingaretti starebbe pensando di dimettersi dalla segreteria del Pd. Potrebbe formalizzare la sua decisione il 13 marzo. Le critiche per il tweet in favore di Barbara D’Urso non hanno giovato, dopo un ultimo mese segnato dalla lotta fra correnti interne al partito e della fine del Conte-bis.
Secondo il Fatto Quotidiano, alla base delle dimissioni potrebbe esserci l’insoddisfazione per un mancato inserimento nella squadra di governo e un suo possibile inserimento nella corsa a prossimo sindaco di Roma.
Una mossa che potrebbe fare da apripista a un congresso che ormai appare certo possa tenersi il prossimo autunno. Con queste possibili dimissioni rilancerebbe la sfida al resto del partito, compresi gli oppositori a una alleanza con i 5stelle.
Tra le correnti del Pd c’è la corrente Base riformista, che fa capo al ministro Lorenzo Guerini e che guarda ai moderati nel tentativo di ricucire lo strappo con Matteo Renzi. C’è poi Stefano Bonaccini, considerato lo sfidante di Nicola Zingaretti in rappresentanza di questa corrente dopo la vittoria in Emilia Romagna di gennaio 2020. Bonaccini in partita avrebbe anche l’appoggio dei sindaci Giorgio Gori e Dario Nardella. Una terza sfidante potrebbe essere la giovane deputata Giuditta Pini, della corrente dei Giovani turchi.
Ci sono infine i zingarettiani che preferiscono un’alleanza con il Movimento 5 Stelle e con la sinistra affidando a Conte un ruolo da “federatore”. Questi temono che le dimissioni del segretario porterebbero scompiglio nel partito. Come ha affermato l’ex premier Enrico Letta, oggi su La Repubblica, Zingaretti “è riuscito a tenere insieme la nave in un mare in tempesta”.
Restano alcune incognite sulle possibili dimissioni: se questa scelta porterà a un cambio di segreteria oppure se Zingaretti rimarrà, mantenendo il timone del Partito Democratico.