L’esercito dello Zimbabwe ha annunciato di avere preso in custodia il presidente Robert Mugabe e sua moglie Grace ad Harare, la capitale. Benché i miliari neghino il colpo di Stato, parlando genericamente di una “misura correttiva senza spargimento di sangue”, le raccomandazioni delle ambasciate estere arrivate nelle ultime ore, che invitano i cittadini stranieri “a mettersi al sicuro, perché la situazione è incerta e pericolosa”, suggeriscono il contrario.
Se non è un colpo di Stato, è qualcosa che gli somiglia molto. Esplosioni e disordini stanno sconvolgendo lo Zimbabwe. Code si stanno formando davanti alle banche di Harare. A raccontarlo l’emittente Al Jazeera, che mostra foto di persone in attesa di ritirare contanti.
Zimbabweans queue up at banks following the military takeover, fearing the impact of the crisis on #Zimbabwe‘s economy. https://t.co/1QK31EtyyD pic.twitter.com/RFXKb1NX2t
— Al Jazeera News (@AJENews) 15 novembre 2017
Nella notte un portavoce dell’esercito ha diffuso un comunicato tramite la televisione di Stato, confermando l’iniziativa dei militari che avrebbe lo scopo di fermare “i criminali” intorno a Mugabe. Il presidente ha 93 anni ed è un personaggio molto controverso: negli anni Ottanta è stato primo ministro dello Zimbabwe, poi dal 1987 ne è diventato presidente, instaurando un duro regime dittatoriale. Il portavoce ha ribadito che l’iniziativa militare non è un colpo di stato e che lo scopo è fermare “i crimini che stanno causando sofferenze sociali ed economiche nel paese. Non appena avremo compiuto la nostra missione, ci aspettiamo che la situazione torni alla normalità”.
Alla base dell’azione militare l’ultima mossa dell’anziano dittatore, che tentava di mantenere la sua famiglia al potere. In un clima già teso da molto tempo, la scorsa settimana Mugabe aveva defenestrato il vicepresidente Emmerson Mnangagwa, che non era certo un oppositore. Piuttosto un fedelissimo che ha trascorso quasi 50 anni a fianco dell’anziano dittatore e che veniva indicato come il suo naturale successore. Probabilmente incalzato dalla consorte Grace, 43 anni più giovane di lui, Mugabe lo ha accusato di tramare contro di lui.
«Salutiamo e applaudiamo il coraggio della nostra Zdf (le forze armate), che in maniera decisiva ha respinto concessioni dell’ultimo momento da parte di un dirigente il cui unico obbiettivo era di creare un dinastia familiare», ha scritto Mnangagwa dal Sudafrica, dove è fuggito per evitare l’arresto la scorsa settimana. «Una fase di transizione guidata dall’esercito spianerà ora la strada a un’elezione libera, corretta e democratica».
Today 15/11/17, we salute & applaud the bravery of our ZDF who decisively rejected desperate last minute concessions by an Executive whose sole objective was to create a family dynasty.
An Army led transitional phase will now pave way for a peaceful, free&fair democratic election— ED Mnangagwa (@ED_Mnangagwa) 15 novembre 2017
Davanti a quest’azione di forza da parte delle forze militari, lo stesso partito del presidente Mugabe, lo Zanu Pdf, ha fatto marcia indietro volgendo le spalle al presidente. «Né lo Zimbabwe, né Zanu sono di proprietà di Mugabe e sua moglie. Oggi comincia una nuova era e il compagno Mnangagwa ci aiuterà a ottenere uno Zimbabwe migliore».
L’ambasciata degli Stati Uniti ha chiuso per motivi di sicurezza e ha invitato i cittadini statunitensi a mettersi al sicuro. Comunicati analoghi sono stati diffusi da diverse ambasciate:
Due to ongoing uncertainty in Zimbabwe, the U.S. Embassy in Harare will be minimally staffed and closed to the public on November 15. Embassy personnel will continue to monitor the situation closely. @StateDept
— U.S. Embassy Harare (@usembassyharare) 15 novembre 2017