I giudici del Riesame di Brescia hanno bocciato la richiesta di scarcerazione per Massimo Giuseppe Bossetti. Un duro colpo per l’uomo, accusato di aver ucciso la giovane Yara Gambirasio, 13 anni. Il muratore di Mapello, in cella d’isolamento da più di quattro mesi sta «perdendo la speranza di un processo giusto», come dichiara uno dei suoi avvocati Claudio Salvagni. Non ha fatto presa sui giudici la richiesta di considerare nulli gli atti della consulenza dei Ris, grazie ai quali è stata riscontrata la presenza di dna appartenente a “ignoto1”, poi identificato come il Bossetti. I due avvocati della difesa, avevano poi cercato di smontare le esigenze cautelari: nessun pericolo di fuga, né di reiterazione del reato. Ma per il gip, Bossetti, considerata l’indole e la gravità del reato di cui è accusato e per la sua assenza di freni inibitori, può uccidere ancora. I suoi avvocati hanno ricevuto finora solo il dispositivo dell’ordinanza che conferma la custodia cautelare in carcere e non ancora le motivazioni, che contano di avere al più presto, per studiare un eventuale ricorso in Cassazione.
Malgrado la consulenza degli esperti dell’Università di Pavia riguardo le tracce organiche ritrovate sul corpo di Yara, aveva dato adito a qualche speranza per la difesa (le analisi effettuate avevano infatti confermato che nessuno dei peli ritrovati apparteneva al muratore), la situazione di Bossetti non è cambiata. C’è anche un’altra questione che la difesa ha cercato di portare all’attenzione del gip: l’ultima cella agganciata dal telefono di Yara, prima di essere spento alle 18.55 del 26 novembre 2010, era quella di Brembate, mentre il cellulare di Bossetti dalle 17.45 era rimasto agganciato alla cella di Mapello. Questo, in qualche modo, avrebbe “allontanato” l’uomo dalla ragazza. Ma niente da fare, i giudici non hanno cambiato idea.
Bossetti, che all’udienza del 14 ottobre scorso era apparso (a detta dei suoi avvocati) “provato da oltre 4 mesi di isolamento, ma attento a quanto stava succedendo in udienza”, oggi sembra del tutto scoraggiato: «Questa situazione lo sta uccidendo giorno dopo giorno», ha dichiarato l’avvocato Salvagni, dopo averlo visitato nel carcere di Bergamo dove è recluso. Intanto Laura Letizia, sorella del Bossetti, ha ribadito in una telefonata fatta ieri al programma Rai La vita in diretta, l’innocenza del fratello gemello accusato dell’omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra.