Dopo una notte di contrattazioni tra il presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich, i leader dell’opposizione e i rappresentanti dell’Unione Europea, si è arrivati a un accordo. La continua emorragia di parlamentari fuoriusciti nelle ultime ore dal partito del presidente, probabilmente ne ha diminuito il potere contrattuale. La comunicazione ufficiale ha rispettato la tempistica già anticipata ieri. Intorno alle 11 ora locale – le 12 in Italia – il Presidente ucraino ha comunicato i termini dell’accordo. “Annuncio il lancio di una procedura per la tenuta di elezioni presidenziali anticipate – ha dichiarato il presidente – Lancio anche il processo di ritorno alla Costituzione del 2004″, costituzione sbilanciata in favore del governo e del parlamento. Come trapelato nelle ultime ore, verrà inoltre varato un governo di coalizione.
Attorno al tavolo dei negoziati, oltre a Yanukovich, i capi dell’opposizione e i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia, si è seduto a sorpresa anche il rappresentante russo, richiesto espressamente dal presidente ucraino. Si tratta del commissario per i diritti umani Vladimir Lukin. La scelta di Putin di non inviare il ministro degli Esteri Sergei Lavrov è una chiara presa di distanza dal regime. La sua lunga esperienza nella risoluzione di crisi internazionali, avrebbe potuto avvantaggiare il presidente ucraino. Ma quello che Putin non vuole, adesso, è una crisi nei rapporti con l’Unione Europea. Posizione condivisa dal titolare della Farnesina Emma Bonino, che ha ribadito – a nome del consiglio dei ministri degli esteri Ue – la necessità di “tenere aperti i colloqui con i russi, anche se in modo critico e duro”.
L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di porre fine al bagno di sangue, che da martedì ha causato almeno 80 morti solo a Kiev. Già mercoledì sera, il segretario della Nato Rasmussen aveva avvertito “se l’ esercito interviene contro l’ opposizione” la Nato potrebbe rivedere gli accordi di cooperazione con Kiev. Ed è di ieri la notizia che ha fatto il giro del web: l’annuncio della morte in diretta, twittato con tanto di foto e un semplice “Muoio” da un’infermiera volontaria, Olesya Zhukovskaja, colpita al collo da un proiettile. Fortunatamente è ancora viva e, dopo un delicato intervento chirurgico, le sue condizioni sono gravi ma stabili.
Stamane, intanto, è ripresa la guerra tra i manifestanti e la polizia. La speranza è che l’apertura democratica del presidente Yanukovich possa portare a un’attenuazione delle violenze. In attesa che gli scontri si plachino e le armi tacciano, Emma Bonino comunica “l’attivazione delle sanzioni sul bando dei visti di chi si sia macchiato di gravi violazioni dei diritti umani e violenze” e nuovi aiuti umanitari e assistenza medica per i dissidenti malati o feriti.
Antonino Fazio