Tempo di grandi cambiamenti in casa Yahoo. Il gruppo di servizi internet nato nel 1994 a breve cambierà nome in Altaba e perderà il suo attuale amministratore delegato Marissa Meyer. Il nuovo brand della società, però, sarà effettivo solo una volta conclusa la cessione delle proprie attività internet a Verizon, secondo l’accordo raggiunto lo scorso luglio per 4,8 miliardi di dollari in contanti. La svolta avviene dopo che nei mesi scorsi diversi attacchi hacker hanno violato gli account di ben 1,5 miliardi di utenti.
L’acquisto da parte di Verizon non include le azioni in mano a Yahoo della compagnia cinese Alibaba e di Yahoo Japon: il colosso americano manterrà infatti le proprie quote rispettivamente del 15% e del 35,5%. Il nuovo nome Altaba è legato proprio a questo aspetto e deriva da una crasi tra “Alibaba” e “alternative”, alternativa.
Yahoo ha rappresentato uno dei primi grandi pilastri di Internet, ed ha vissuto il periodo di maggior sucesso soprattutto negli anni Novanta, perdendo poi con il tempo il suo ruolo di primo piano. In America Yahoo mantiene comunque una certa rilevanza, essendo ancora oggi il terzo sito più trafficato negli Usa.
Per il colosso di servizi tecnologici, il cambio di nome coincide soprattutto con una profonda svolta nel proprio business. La nuova Altaba di fatto non si occuperà più strettamente del web, ma sarà piuttosto una compagnia di investimenti. A Verizon, una volta completata l’operazione, finiranno il business pubblicitario, i siti, le applicazioni mobili e la posta elettronica di Yahoo. Gli attacchi hacker di settembre e dicembre scorsi sembravano poter minare l’accordo tra le due parti, ma alla fine pare proprio che il matrimonio con Verizon non dovrebbe saltare.
Importanti novità, inoltre, riguarderanno l’organigramma societario. Il consiglio di amministrazione della futura Altaba sarà ridotto a cinque membri, dagli undici attuali. Oltre a Mayer, lascerà la direzione anche uno dei cofondatori di Yahoo, David Filo. Il presidente di Altaba sarà Eric Brandt, ex direttore finanziario del produttore di semiconduttori Broadcom, che andrà a sostituire Maynard Webb.