Oggi la camera ardente in Campidoglio, domani i funerali alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. Due location non proprio ordinarie per dare l’ultimo saluto a una donna straordinaria come Lina Wertmuller, morta ieri all’età di 93 anni. La camera ardente è allestita dalle ore 10 fino alle 20, come aveva già anticipato ieri il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che in un tweet l’ha ricordata come “una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza”. Le esequie, invece, si svolgeranno domani, sabato 11 dicembre, alle ore 11.30, proprio a due passi dalla casa di Lina Wertmuller.
La grande regista romana aveva compiuto 93 anni lo scorso 14 agosto e, dopo il David di Donatello vinto nel 2010, si era ritirata in un dignitoso silenzio. La sua assenza dal set, però, non le ha impedito di ricevere l’Oscar alla carriera lo scorso anno, assegnato “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”.
L’Oscar, Lina Wertmuller, l’aveva già sfiorato nel 1977, quando con “Pasqualino settebellezze” era stata la prima donna a spuntare una nomination come migliore regista. La pellicola collezionò anche la candidatura per la migliore sceneggiatura originale e per il miglior film straniero (designazione arrivata anche ai Golden Globe di quell’anno).
Già nel decennio precedente, era stata la prima donna ad avere successo in tv al tempo degli sceneggiati con il “Giornalino di Giamburrasca”, mentre nel 1972 diresse il suo primo grande successo, “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, cominciando un sodalizio con quello che diventerà il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini.
Caratterizzata dai vistosi occhiali bianchi e dalla simpatia contagiosa, Lina Wertmuller ha lasciato in eredità 23 pellicole, tra cui “Film d’amore e d’anarchia”, “Tutto a posto e niente in ordine” e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”.