Almeno 13 morti ma il bilancio potrebbe salire. La sparatoria avvenuta ieri mattina, alle 8.20 ora locale, alla caffetteria dell’edificio 197 del quartier generale della Marina degli Stati Uniti, a Washington, è un colpo al cuore del paese: “Un atto di codardia che ha colpito militari e civili qui, in casa nostra” ha commentato il presidente Obama. Il killer, Aaron Alexis, 34 anni, veterano della Marina congedato nel 2011 per cattiva condotta, è stato ucciso sul posto dalle forze dell’ordine. Alexis ha fatto fuoco sulla folla con un bushmaster semiautomatico, la stessa arma usata da Sandy Hook, il responsabile della strage del 2012 alla scuola elementare di Newtown.
L’assalto dell’ex. La Navy Yard è il più antico arsenale navale statunitense, nella zona sud-orientale della capitale: al momento ospita diversi uffici amministrativi dove lavorano 3 mila persone. Aaron Alexis era uno di loro, fino ad un paio di anni fa, quando fu allontanato dal servizio alla Marina per motivi di “cattiva condotta”. L’interrogativo cui ora gli investigatori devono rispondere è come sia stato possibile, per Alexis, avere un permesso di accesso alla base militare pur avendo avuto problemi con la giustizia nel 2004 a Seattle e nel 2010 a Fort Worth, in Texas. Forte aggressività e violazione delle norme sul porto d’armi: proprio con queste accuse il militare era stato allontanato dal servizio alla Marina nel 2011 ed era stato fatto entrare nella riserva “non attiva”, iniziando a lavorare per un’azienda civile. L’accesso di pregiudicati penali alle basi militari era stato indicato come problema “da risolvere con urgenza” in un rapporto dell’Ispettore del Pentagono proprio alla Us Navy redatto lo scorso agosto. Il movente che ha spinto Alexis ad aprire il fuoco sulla gente in maniera indiscriminata, colpendo decine di persone tra cui anche molti militari, è ancora oscuro e le indagini dell’Fbi sono in corso.
Le reazioni. Il presidente Barack Obama ha definito le vittime degli “americani coraggiosi”, che erano consapevoli del rischio che si correva a prestare servizio oltremare e non si sarebbero aspettati “una violenza così inimmaginabile” in patria. Ma i problemi delle stragi in casa, per gli Stati Uniti, sono ormai sempre più frequenti e, pur essendo imprevedibili, sono da mettere in conto.
Si riaffacciano quindi gli interrogativi sulla questione del porto d’armi nel Paese, al Congresso di Washington riprende l’offensiva per bandire le armi semiautomatiche: era stata la task force di Joe Biden a proporlo dopo la strage del 2012 nella scuola di Newtown, ad opera di Sandy Hook.
Adesso che Alexis, con la stessa arma semiautomatica di Hook, ha provocato l’ennesima strage, il fronte anti armi si rafforza e preme per arrivare al voto in Aula.
Giulia Di Stefano