Intesa vicina nel governo sulla riforma dei voucher. La Repubblica e La Stampa pubblicano oggi articoli dove si racconta degli sviluppi della vicenda. L’obiettivo è fermare il referendum proposto dalla CGIL, che chiede l’abolizione totale dello strumento.
Sul tavolo del governo sarebbero allo studio due proposte. Una è sponsorizzata dall’ex Ministro PD Cesare Damiano. Si propone di ridurre di molto l’ambito applicativo dei buoni lavoro, limitandolo a piccoli lavori del tutto occasionali come da spirito della Legge Biagi del 2003 ed escludendone l’utilizzo per la pubblica amministrazione (salvo emergenze per disastri naturali e altre operazioni di pubblica utilità). Inoltre dovrebbe essere abbassato il tetto massimo di retribuzione individuale attraverso voucher da 7000 a 5000 euro. Su questo punto si tornerebbe perciò indietro su una delle disposizioni del Jobs Act, che aveva alzato il tetto. Nella seconda proposta, caldeggiata dal NCD e dalla Lega, si vorrebbe permettere l’uso dei buoni lavoro anche alle piccole imprese con 0 o 1 dipendente. Basterà tutto questo per convincere la CGIL a ritirare il referendum? Infatti, visto che è stata richiesta l’abrogazione, non basterebbe una riforma dei voucher per fermarlo d’ufficio. Dovrebbero essere i promotori stessi a volerlo stoppare qualora gradissero le modifiche.
Intanto si lavora anche al secondo referendum in campo: quello sulla responsabilità in solido tra appaltatori e subappaltatori. Damiano ne propone il ripristino. Ciò dovrebbe fermare d’ufficio il referendum relativo.