Due anni e nove mesi fa, la sofferta squalifica di tredici mesi a causa della brutta vicenda di doping nella quale era coinvolto il suo compagno di allora, il marciatore Alex Schwazer. Adesso Carolina Kostner è pronta a tornare. Una decisione inevitabile dopo l’amarezza di un addio forzato che fin da subito è parso più un arrivederci: Coni e Wada le avevano infatti ridotto la sospensione di oltre cinque mesi. Un ritorno in grande stile quello della Kostner, che in accordo con il suo storico coach Michael Huth ha deciso di affidarsi al 75enne russo Alexei Mishin, guru assoluto del pattinaggio di figura che guidò, tra gli altri anche lo “zar” Evgeni Plushenko, uno dei più grandi pattinatori viventi.
Prossima tappa: il Golden Spin di Zagabria che si terrà dal 7 al 10 dicembre. Primo banco di prova per la 29enne campionessa altoatesina, che ha anche in programma di partecipare ai Campionati Italiani di Egna la settimana successiva. Una competizione decisiva, quella nella capitale croata, determinante ai fini della partecipazione di Carolina agli Europei di Ostrava alla fine di gennaio. L’obiettivo sono i mondiali di Helsinki alla fine di marzo, in cui potrebbe essere l’unica rappresentante italiana nella categoria femminile.
Nel frattempo, l’atleta azzurra è volata ieri a Toronto, dove fa la spola con San Pietroburgo. Lì perfezionerà alcuni elementi tecnici del suo programma con la supervisione della coreografa Lori Nichol che, come Mishin ha grande fiducia nella sua pupilla: «Carolina è una delle atlete più meticolose del gruppo, ha riacquistato il feeling con tutti i salti tripli e adesso è necessario perfezionare. Ricordiamoci che ha perso due stagioni. Una volta capito il programma che deve fare è l’atleta più diligente. Ci sono altre pattinatrici molto brave, ma Carolina è unica nel suo genere. Sono molto felice che stiamo collaborando, lei è l’allieva più gratificante» ha dichiarato Mishin a “L’Alto Adige”.
Alla soglia dei trent’anni, Carolina Kostner si ritrova ad affrontare un tentativo di rimonta che sembra quasi impossibile: da una parte il richiamo del ghiaccio era irresistibile, dall’altra, lo stop non può non pesare su questa scelta.