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Volkswagen, saranno i robot a rimpiazzare gli operai che vanno in pensione

di Raffaele Sardella08 Ottobre 2014
08 Ottobre 2014

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Circa 32mila dipendenti andranno in pensione nei prossimi 15 anni e i manager della Volkswagen pianificano di sostituirli con i robot. La casa automobilistica tedesca sfrutterà le nuove ondate tecnologiche nel campo dell’automazione per sostituire i “baby boomers”, gli operai assunti negli anni d’oro del marchio di Wolfsburg.

In un mercato globale dove la concorrenza dei paesi emergenti è sempre più serrata, si punta sui robot per rimanere competitivi: “Nell’industria automobilistica tedesca il costo del lavoro è superiore ai 40 euro all’ora, nell’Europa dell’Est sono 11, in Cina 10” – dichiara il capo del personale della Volkswagen Horst Neumann, per il quale l’iniezione di tecnologia per tappare il turn-over è una scelta obbligata.

Il costo orario del lavoro per un robot, aggiunge Naumann, attualmente è di circa 5 € orari (manutenzione ed energia comprese). Un’inezia se confrontati ai 40€ di un operaio. Va poi sottolineato che i  ruoli che gli automi ricoprirebbero nella catena di montaggio sono quelli monotoni e fisicamente più pesanti: non c’è da rimpiangerli insomma, dice Naumann, se ci sono alternative migliori.

La morale è che se un tempo la Germania contava su decine di migliaia di immigrati italiani, slavi e turchi per costruire i suoi Maggiolini, adesso punta sui robot. Le nuove generazioni, i lightweight robots, sono in grado addirittura di lavorare gomito a gomito con gli operai, “imparando” come muoversi e agendo quindi con grande precisione. Non stupisce insomma se, al 2014, l’utilizzo delle capacità produttive (quindi l’efficienza) della Volkswagen sia stimata dai consulenti di AlixPartners all’82%, contro un 42% dell’Italia.

Mentre l’industria tedesca affila le armi per rimanere competitiva, l’andamento del Pil nel secondo trimestre – meno 0,2% – getta un’ombra sul futuro. Se il dato negativo si confermasse nel terzo trimestre, la Germania si troverebbe in recessione tecnica, che scatta dopo due trimestri in calo del prodotto interno lordo.

Il mese di agosto è stato il più negativo per i conti tedeschi: meno 5,7% di ordini per l’industria, meno 25,4% nella produzione automobilistica e meno 4% nella produzione industriale nel complesso, che è molto peggio del meno 1,5% atteso.

 

Raffaele Sardella

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