Alle sette e mezza di ieri sera è finita l’ascesa in politica di una stella dell’agonistica italiana. Josefa Idem, ministra per lo Sport e le Pari opportunità, campionessa olimpica di canoa, si è dimessa a 57 giorni dal giuramento al Quirinale. Ha deciso di lasciare il suo incarico dopo le accuse di evasione fiscale per non aver pagato Ici e Imu, per abusi edilizi, per essere stata assunta dal marito in maniera non regolare.
Travolta dallo scandalo, ieri ha raggiunto Palazzo Chigi entrando da un ingresso posteriore per dribblare i giornalisti e, dopo un colloquio con il premier Letta, ha rinunciato al suo dicastero. Non sarà nominato un nuovo ministro, il presidente del Consiglio, infatti, ha deciso che ridistribuirà le deleghe.
«Volevo dimettermi da giorni – ha spiegato la Idem – dopo accuse aggressive e violente». La ministra ha respinto alcune delle accuse, ammettendone altre e chiedendo scusa per gli errori commessi: «Ho sbagliato, sono onesta, ma non infallibile. Sanerò quello che c’è da sanare», aveva detto in un primo momento, riscuotendo anche la fiducia di Enrico Letta. E sembrava finita così, ma poi la situazione è degenerata senza tregua, la pressione delle polemiche e il tam tam mediatico hanno mostrato la via delle dimissioni come unica via d’uscita.
«Come ministro ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del gioco, la persona Josefa Idem invece si sarebbe già dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda», queste le parole del comunicato con il quale l’ex campionessa olimpica ha annunciato la fine del suo mandato. Letta, che l’aveva voluta a tutti i costi nel suo esecutivo, non ha esitato ad accogliere le dimissioni su cui da giorni si vociferava: «Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l’ho scelta», ha precisato il capo del governo.
Una battaglia politica che si conclude con una sconfitta non facile da accettare per una donna abituata a combattere e a vincere gare ben più dure.
Francesca Polacco