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HomeEsteri Vladislav Svitsa, volontario: “A Kherson ci troviamo sempre sotto il fuoco nemico”

"Durante le evacuazioni
ci siamo ritrovati sempre
sotto il fuoco nemico"

Vladislav Svitsa, volontario

"I russi ci tendevano imboscate"

di Sofiya Ruda02 Ottobre 2023
02 Ottobre 2023
vladislav svitsa

Vladislav Svista, volontario di VOLUNTEERS.UA FOUNDATION

I problemi dell’esplosione della diga di Nova Kakhovka si sono riversati con violenza sulle persone e sugli animali che si trovavano lì. Il territorio è attualmente sotto occupazione russa, ma i volontari continuano a lavorare per salvaguardare la sicurezza degli abitanti del luogo. Il lavoro più grande è stato svolto nei giorni immediatamente successivi al crollo del sito. Vlavislav Svitsa, volontario di VOLUNTEERS.UA FOUNDATION, racconta a Lumsanews come si sono svolte le evacuazioni in quel momento di estremo pericolo.

Evacuazioni diga

Un camion di VOLUNTEERS.UA FOUNDATION che porta aiuti umanitari

Qual è la situazione a Kherson dopo l’esplosione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, quasi quattro mesi dopo?

“Molto complicata. La riva destra del Dnipro è liberata, mentre quella sinistra è sotto occupazione russa. La distanza dalle due rive, però, è molto breve in alcuni punti. Quella ucraina è spesso pesantemente bombardata. Ogni volta che ci siamo recati lì ci ritrovavamo sotto il fuoco nemico. Colpi di artiglieria e mortai, da circa 5 km di distanza sparano di tutto, lanciano bombe che arrivano fino a 20 km di distanza e causano esplosioni molto grandi e danni ingenti. È molto difficile condurre ricognizioni, perché Kherson è sotto tiro quasi ogni giorno. L’unica opportunità per i volontari di lavorare in sicurezza è quando il tempo è nuvoloso o piove e non possono far volare i droni. Ma il tempo nella regione raramente è così, è per lo più soleggiato.”

Come si sono svolte le evacuazioni?

“Tutto è iniziato il 6 giugno al mattino, quando abbiamo saputo che la diga era stata fatta saltare. Abbiamo deciso di partire immediatamente. Abbiamo comprato molta acqua potabile, una tonnellata e mezza, e il 7 giugno al mattino eravamo già a Kherson. La cosa più sorprendente è che c’erano molti volontari, ma non un coordinamento chiaro. Il secondo e il terzo giorno, tutti i magazzini umanitari erano pieni di acqua, medicinali e altro. Ma non c’era molta coordinazione e non c’era più spazio per immagazzinare i beni. Il bisogno di medicinali era grande, arrivavano grandi camion pieni, ma non c’era posto per scaricarli e tornavano indietro.

Siamo riusciti a far evacuare tutti gli abitanti dalle case che erano a rischio inondazione. La situazione è stata molto più complicata con gli animali, perché erano davvero tanti. Poi, c’è stato il problema delle mine e dei continui bombardamenti, e il quarto giorno ai volontari è stato vietato di compiere qualsiasi azione a causa del pericolo.”

Evacuazioni diga

Evacuazioni: circa seicento animali sono stati salvati dai volontari

E i territori sotto occupazione russa?

“Per quanto riguarda la riva sinistra, la situazione era molto più complicata. I nostri volontari erano pronti a far evacuare anche le persone da quel lato. Ma i militari russi ne hanno approfittato per prendere i telefoni dei residenti locali per scrivere testi falsi nelle chat room che servivano per le evacuazioni. Per esempio, hanno scritto che una madre con tre bambini erano in pericolo su un tetto, che non avevano acqua né cibo e chiedevano aiuti. I volontari sono andati lì in barca e sono caduti in un’imboscata, i russi sparavano e in molti casi i volontari sono stati uccisi. Nonostante la situazione molto difficile, siamo riusciti a effettuare circa trenta evacuazioni in barca.”

Evacuazioni diga

Le evacuazioni a Kherson dopo il crollo della diga

I russi hanno svolto evacuazioni?

“Non hanno fatto nulla, non hanno permesso a nessuno di andarsene. Solo coloro che avevano un passaporto russo si sono potuti salvare. È impossibile contare quante persone sono morte, perché non sappiamo quanti vivevano sulla riva sinistra prima che la diga fosse fatta saltare. Non si può calcolare ora, ma circa la metà della popolazione è morta lì.”

Quali sono le teorie più accreditate sull’esplosione della diga?

“Esistono diverse versioni sull’esplosione della diga, ma non ci sono risposte concrete. Naturalmente, tutti sono sicuri che sia stata fatta esplodere dai russi, perché la centrale idroelettrica era occupata e controllata da loro. Tecnicamente, era impossibile effettuare il sabotaggio da fuori perché avrebbe richiesto molto esplosivo. La spiegazione più veritiera dell’esplosione della diga è che sia avvenuta per fermare la controffensiva dell’esercito ucraino.”

La centrale verrà ripristinata?

“La questione è attualmente poco chiara. In primo luogo, mentre è in corso una guerra e una parte dell’Ucraina è occupata, è impossibile parlarne. In secondo luogo, ci sono teorie secondo cui è meglio non farlo per il bene del ripristino ecologico del territorio. Prima che questa centrale idroelettrica fosse costruita in epoca sovietica, in questo sito c’era un bellissimo ecosistema naturale, che potrebbe essere ripristinato in futuro. Per risolvere la questione sono necessari tempo, risposte e pareri di esperti.”

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