L’Italia vede finalmente la fine del lungo tunnel della recessione ma l’instabilità politica può mettere a rischio la ripresa. Questa, in sintesi, l’analisi del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo al Council of Councils Regional Conference organizzato dallo Iai. Ci sono “segnali che la contrazione sta terminando”, ha sottolineato il numero uno di via Nazionale, che tuttavia ha aggiunto: per l’Italia “i rischi al ribasso sono aggravati dai timori degli investitori sulla possibile instabilità politica”.
“L’aggiustamento di bilancio è stato indispensabile nei paesi economicamente piu’ fragili, compresa l’Italia, per evitare il rischio di perdere l’accesso al mercato, cosa che avrebbe fatto precipitare la crisi”, ha spiegato il governatore; “il suo effetto negativo a breve termine sull’attivita’ economica – ha aggiunto – è il prezzo pagato per evitare conseguenze più serie”. Secondo Visco l’Unione bancaria europea è “fondamentale per rompere il circolo perverso tra debiti sovrano e sistemi bancari nazionali”. Mentre la “fiducia nell’irreversibilità dell’euro è la chiave” per uscire dalla crisi.
Titoli di stato: spread Italia supera Spagna. Dopo il pareggio di ieri, ecco il sorpasso: lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti sale a 248 punti e supera, per la prima volta da 18 mesi, il differenziale Bonos/Bund, che si attesta a 247 punti. Investire nel debito italiano torna quindi a essere considerato piu’ rischioso di puntare su Madrid, a causa delle incertezze sulla tenuta del governo. Il rendimento del Btp decennale si attesta al 4,48%, quello del Bono ad analoga scadenza al 4,47%
PIL: ISTAT taglia stime nel II trimestre. Pil giu’ dello 0,3% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente, e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre del 2012. Lo rileva l’Istat che corregge al ribasso le stime (il 6 agosto 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,2% e una diminuzione tendenziale del 2,0%). Il secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al secondo trimestre del 2012.
Lorenzo Caroselli