I mercati continuano a soffrire per il Coronavirus. Le Borse europee stamattina aprono in forte calo, cedendo in media più del 2%. Le peggiori sono Parigi e Milano a -3,1%.
Intanto si impenna il Vix, il cosiddetto “indice della paura” che misura la volatilità dei mercati, raggiungendo 43 punti. Si tratta di un aumento del 198% dal giorno della notizia del primo paziente contagiato in Italia, ai livelli del settembre 2011, quando la crisi economica mondiale faceva sentire i suoi effetti più duri in Europa. Questo indice viene considerato il termometro delle transazioni finanziarie. In pratica se sale di molto vuol dire che i trader stanno vendendo quello che hanno in portafoglio. Lo fanno per allontanare il rischio di perdere soldi o per mettere al sicuro e realizzare i guadagni raggiunti. In ogni caso vuol dire che si aspettano tempi peggiori. Livelli ancora più bassi di oggi negli ultimi anni sono stati raggiunti nel 2010, nel 2008 e nel 2002, con lo scoppio della bolla della new economy e il conseguente crollo borsistico.
Questa mattina apre in netto rialzo anche lo spread, che sale a 184 punti, 9 in più rispetto alla chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano è pari all’1,12%. In Asia sono in difficoltà i titoli finanziari e i gruppi delle materie prime. L’indice generale della regione cala del 3,4%, Shanghai cede l’1,03%, mentre Shenzhen perde l’1,27%. Male anche Tokyo (-2,7%), Hong Kong (-2,16%) e Seul (-2,16%). Per Sidney, che perde il 2,8%, si tratta di un risultato ai minimi da febbraio dello scorso anno. In questo clima di dure perdite, allora, la Banca centrale del Giappone sta studiando nuove misure di sostegno per i settori economici più colpiti dagli effetti del virus.