È il primo giorno dall’entrata in vigore del nuovo decreto legge sul coronavirus, che divide l’Italia in tre zone, in base alla pericolosità e alla diffusione del Covid-19. Continuano i contagi, che oggi hanno superato la soglia dei 1.500 casi; inevitabilmente cresce anche il numero vittime, salito a 41, e quello dei guariti, a quota 83. Alla conta quotidiana dei nuovi episodi clinici, si aggiunge il primo ammalato in Sardegna, la prima vittima nelle Marche (un ottantottenne di Fano) e la prima scuola chiusa nel Lazio: è un liceo di Pomezia, dato che il papà di uno studente è risultato positivo al virus.
Questa mattina ha riaperto il Duomo di Milano, con le dovute precauzioni legate alle disposizioni sulle manifestazioni pubbliche nella zona gialla. L’ingresso per i fedeli è stato allestito presso le porte secondarie e i visitatori potranno accedere in numero ridotto, per evitare gli assembramenti. Nonostante l’assessore regionale lombardo allo Sviluppo sostenibile Alessandro Mattinzoli sia risultato positivo ai test, Milano cerca lentamente di ritornare alla normalità, ma le istituzioni non abbassano il livello di guardia. L’assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera, ha lanciato un appello agli over 65, i più colpiti dall’epidemia: “È vero che la patologia ha una grossa diffusione ma il 50% la supera senza accorgersene e il 40% non ha gravi problemi. Però c’è un 10%, che è quello che va in terapia intensiva, e sono quasi tutte persone che hanno più di 65 anni. Quindi invito gli anziani a uscire il meno possibile nelle prossime due/tre settimane”.
Desta preoccupazione la tenuta del sistema sanitario nazionale, che potrebbe trovarsi in difficoltà nell’assorbire tutti i nuovi nel caso di un’accelerazione del numero dei contagi. Per aiutare il pubblico entra in campo il sostegno degli istituti privati: in Lombardia e Veneto le cliniche metteranno a disposizione posti letto per aiutare gli ospedali.