Filippo Luna è manager per la catena di negozi Games Time, specializzata nella vendita di videogiochi, ma non solo. A Lumsanews racconta il punto di vista del rivenditore di videogame.
Non vendete solo videogiochi, quanto vale in termini di vendite proprio questa fetta di mercato?
“Noi nasciamo proprio come punto di riferimento per il mercato dei videogiochi, poi piano piano ci siamo trasformati e ci stiamo indirizzando anche su altri tipi di prodotti. Al momento i videogiochi rappresentano le nostre entrate per il 50%. Avere altri prodotti che sono per una nicchia, come i giochi di ruolo giapponesi o i giochi legati ai manga, ci aiuta poi a vendere meglio i videogiochi. Perché sono prodotti che attirano i fan e ci permettono di avere una clientela diversificata”.
Chi sono i vostri clienti principali?
“Sono soprattutto ragazzi che vanno da una fascia d’età tra i 16 e i 30 anni. Sono loro i nostri clienti fidelizzati. Altri tipi di clienti invece vengono da noi sporadicamente, magari per fare regali in occasione di compleanni, feste, anniversari”.
Circa 3,8 milioni di videogamer hanno tra i 45 e i 64 anni. Voi avete questo tipo di clienti? Cosa comprano?
“Sì, abbiamo anche clienti in questa fascia d’età. Sono compratori che cercano prodotti di retrogaming. Prodotti che però noi trattiamo solo in parte, perché è un mercato molto grande che stiamo ancora studiando con attenzione. Però vi racconto questa storia curiosa. Abbiamo un cliente di 90 anni che viene da noi a comprare i giochi di Gran Turismo”.
Cos’è cambiato con la pandemia?
“È cambiato molto perché in tanti si sono abituati al mercato online o digital, abbandonando la copia fisica che sostiene noi venditori diretti. Allo stesso tempo abbiamo ancora il nostro zoccolo duro: chi è collezionista, chi ama avere sugli scaffali il prodotto (sia esso la statuetta del personaggio manga o il cd del videogioco). Per nostra fortuna, tanti videogamer, soprattutto quelli nella fascia 25-30, amano raccontare la loro passione, quindi vengono in negozio a discutere sul gioco, ma anche scambiarsi opinioni o feeedback”.