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Via i finanziamenti ai partiti, bagarre a Montecitorio

di Anna Bigano21 Febbraio 2014
21 Febbraio 2014

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Con 312 sì, 141 no e 5 astenuti, la Camera approva il decreto legge sul finanziamento pubblico ai partiti, voluto dal governo Letta e già passato al vaglio del Senato. Come previsto, i contributi non saranno interrotti da subito, ma subiranno una graduale riduzione, fino a essere completamente eliminati nel 2017. In cambio, agevolazioni fiscali sulle donazioni dei cittadini (che non potranno però superare i 100mila euro) e la possibilità di destinare il 2 per mille Irpef ai partiti. Questi dovranno inoltre pagare l’Imu sugli immobili di loro proprietà, adottare nuovi statuti per la democrazia interna e farsi inserire in un apposito registro nazionale.

Protestano i 5 Stelle (e non solo). Poco soddisfatti del provvedimento, fra gli altri, i Fratelli d’Italia (per cui si rischia di privatizzare i partiti, mettendoli sostanzialmente in mano alle lobby economiche) e la Lega (che ha definito il decreto poco incisivo e coraggioso). A Montecitorio, tuttavia, è andata in scena soprattutto la veemente protesta grillina. I deputati del M5S si sono presentati brandendo cartelli dove un fotomontaggio raffigurava il premier incaricato Matteo Renzi con un naso da Pinocchio e la scritta “Bugia n.1. Se vince Renzi aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti”. La presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta per chiedere la rimozione dei cartelli e lo stop alle riprese non autorizzate in Aula fatte dai deputati pentastellati con gli smartphone.

Le ragioni del malcontento. Fra le richieste del M5S, oltre all’abrogazione immediata dei finanzamenti, c’era anche la restituzione integrale dei 2,7 miliardi di euro percepiti dai partiti negli ultimi vent’anni, nonostante il referendum che aveva bocciato il sistema dei rimborsi elettorali. (“Mollate il malloppo”, esortavano altri cartelli esibiti dal Movimento). Polemiche anche per la destinazione volontaria del 2 per mille. «Anche in questo caso pagano tutti – aveva già scritto Beppe Grillo sul suo blog – perché le minori entrate nelle casse dello Stato devono essere coperte da quelli che non “donano” con le solite tasse».

Anna Bigano

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