Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si sono incontrati a margine dei lavori della 76esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York, organizzata in vista della Cop26 di Glasgow a novembre. “L’America è tornata e crediamo nell’Onu e nei suoi valori”, ha affermato Biden, parlando dell’importanza del multilateralismo, della difesa della democrazia e della necessità di lavorare insieme per mettere fine alla pandemia da Covid-19 e per combattere il cambiamento climatico.
Il summit si è aperto ieri all’insegna dell’emergenza climatica e, ancora, quella pandemica. Nel corso del vertice di apertura della tavola rotonda, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, in video collegamento, ha insistito su un cambio di passo dell’azione a livello internazionale, per contenere il cambiamento climatico sotto 1,5 gradi. “È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa è un’emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici”, ha spiegato. Ne aveva già parlato venerdì scorso in un messaggio inviato proprio al presidente degli Stati Uniti per il Forum sull’economia e il clima. In quell’occasione il capo della Casa Bianca aveva parlato di “codice rosso per l’umanità” riferendosi al cambiamento climatico, e aveva incitato ad un’azione immediata perché “vicini a un punto di non ritorno”.
Ieri, il premier Draghi ha confermato la promessa dell’Italia a fare la sua parte: “Siamo pronti ad annunciare un nuovo impegno economico nelle prossime settimane. Dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani su questo aspetto”.
Tra i temi in cima all’agenda dell’Assemblea, che quest’anno si tiene sia online che in presenza, anche la questione pandemica e il problema dell’accesso ai vaccini. Secondo gli esperti, gravi saranno i problemi derivati dal Covid-19 senza un’immunizzazione diffusa e globale. Di conseguenza è da risolvere la questione dello stoccaggio e la distribuzione di vaccini da parte delle nazioni più ricche, per evitare che quelle a basso reddito non abbiano una campagna vaccinale paragonabile.