Il vertice di Francoforte, avuto luogo domenica scorsa tra i dirigenti di Lufhtansa e Ferrovie dello Stato ha evidenziato che ci sono ancora diversi paletti che ostacolano l’accordo per salvare Alitalia.
La compagnia tedesca vorrebbe effettuare tagli al personale pari a 6.000 posti di lavoro, un numero inaccettabile per i sindacati che hanno già manifestato il proprio dissenso. Inoltre, Ferrovie dello Stato, anche per tutelare il personale, ha richiesto una flotta non inferiore ai 70 aerei e sta comunque cercando di alzare la posta.
Permangono poi diversi paletti di carattere finanziario. Il vicepremier Luigi Di Maio spinge affinché la maggioranza delle quote rimanga nelle mani dello Stato. Ma Fs, anche a causa di un debito complessivo che ammonta al 7,2 miliardi, non può permettersi di acquistare più del 30% della newco.
Se a causa di questi ostacoli l’affare non dovesse andare in porto, a bussare alle porte di Fs saranno Air France -KLM e Delta Airlines, pronte ad acquistare un 20% delle quote ciascuna. Questa prospettiva però non piace ai dirigenti di Ferrovie poiché ricalcherebbe l’esperimento provato con Etihad, quando l’accentuata parcellizzazione delle quote aveva creato confusione all’interno dell’organigramma societario.