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Vertice Italia-Serbia ad Ancona: manifestazioni, scontri e un ferito. Contestato Letta, che domani sarà da Obama

di Domenico Mussolino16 Ottobre 2013
16 Ottobre 2013

letta anconaErano circa 200 i militanti dei centri sociali che ieri hanno tentato di forzare il cordone della polizia che controllava la sede della Regione Marche, ad Ancona, dove era in corso il vertice bilaterale fra il governo italiano e quello serbo. Sul tavolo dei lavori, lo sviluppo della macroregione adriatico-ionica e il possibile ingresso della Serbia nell’Unione Europea. Fra i manifestanti, che hanno criticato il primo ministro Enrico Letta al grido di “Basta austerità’’, anche un ferito (non grave), colpito alla testa da una manganellata. Il primo ministro intanto domani sarà a New York per un incontro con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
L’ingresso nell’Ue. Uno degli striscioni dei contestatori di ieri lamentava i problemi più urgenti: “Licenziamenti, sfratti, precarietà”. E gli attivisti sono riusciti a isolare un cellulare delle forze dell’ordine, prendendolo a calci. Comunque non ci sono state ripercussioni sullo svolgimento degli incontri.
Si tratta del terzo vertice bilaterale italo-serbo (dopo quelli del 2010 e del 2012), e secondo il presidente delle Marche Gian Mario Spacca è stata “una grande speranza per la pace”. L’ingresso della Serbia nell’Ue, come ventinovesimo Paese, un obiettivo auspicato da tutti, passa, infatti, per l’applicazione degli accordi fra Belgrado e Pristina (stipulati lo scorso 19 aprile). L’Italia ha spinto perché entro gennaio 2014, l’Ue avviasse il negoziato di adesione, con la convocazione di una conferenza intergovernativa. In attesa delle elezioni in Kosovo del 3 novembre, che l’Italia spera si possano svolgere senza complicazioni.
La Serbia si è impegnata a continuare le riforme che dovrebbero adeguare la situazione del Paese ai parametri europei. Firmati, in questa direzione, accordi fra i ministri di entrambi i Paesi: una dichiarazione congiunta sull’integrazione europea, raggiunta un’intesa sul regolamento dell’autotrasporto di merci e viaggiatori (si è discusso ampiamente di trasporti e infrastrutture), una per la lotta alla criminalità organizzata, e una sul servizio antidroga. Le collaborazioni sono anche funzionali ad conformare la legislazione nazionale serba a quella europea, come ha precisato il viceministro degli Esteri Marta Dassù: “L’importanza della macroregione sta anche nel fatto che collega Paesi già membri dell’Unione Europea a Paesi che non lo sono, e quindi in un certo senso facilita un’armonizzazione degli standard”.
Le delegazioni del governo. Il vertice è stato organizzato congiuntamente dalle Marche e dai ministeri degli Affari Esteri italiano e serbo. Presenti quasi tutti gli esponenti di rilievo del governo, dal ministro degli Esteri Emma Bonino, al ministro degli Interni Angelino Alfano. Assieme a loro anche il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, della Difesa Mario Mauro, dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, delle Infrastrutture Maurizio Lupi, e dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Nutrita anche la delegazione serba, capeggiata dal premier Ivica Dacic.
Soddisfatto Enrico Letta, promotore dell’ingresso di Belgrado nell’Unione Europea. Il primo ministro italiano ha assicurato che nel semestre di presidenza dell’Italia (che partirà il prossimo luglio) il nostro Paese si impegnerà anche per una “legislatura della crescita, dopo 5 anni di austerità”.

Domenico Mussolino

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