Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha convocato oggi a Istanbul un vertice di emergenza tra i leader dei 57 paesi a maggioranza musulmana che fanno parte dell’Organizzazione della cooperazione islamica. Tema del summit, che ha preso il via questa mattina, è la risposta unitaria dell’intera area musulmana alla scelta del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. “Israele è uno Stato terrorista. I suoi soldati sono terroristi che uccidono bambini di 10 anni e li arrestano”: così il leader turco ha aperto il discorso di inizio del vertice. Al centro dell’intervento di Erdogan un appello al mondo musulmano: “Riconosciamo Gerusalemme Est capitale della Palestina”.
Ieri sera Erdogan ha incontrato il leader dell’autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. Il capo dell’ANP, giunto nella città del Bosforo proprio in vista del vertice di oggi, ha ribadito la posizione dei palestinesi, appoggiata dalla stessa Turchia: Gerusalemme Est deve essere la capitale della Palestina. “D’ora in poi – ha aggiunto Abu Mazen – i palestinesi non accetteranno più alcun ruolo di mediazione degli Usa nel processo di pace in Medio Oriente”. Questa mattina, intervenendo al summit straordinario, il presidente dell’ANP ha sottolineato che “Trump vuole regalare Gerusalemme a Israele, come se stesse donando uno degli Stati degli Usa, come se fosse la sola persona con l’autorità di decidere”.
Tra i leader del mondo islamico presenti al vertice, in primo piano re Abdallah II di Giordania, il presidente iraniano Hassan Rohani e il presidente del Consiglio libanese Michel Aoun. A rimarcare le diverse sfumature presenti all’interno del mondo arabo Egitto, Emirati Arabi e Marocco hanno scelto di inviare a Istanbul soltanto i ministri degli Esteri, mentre l’Arabia Saudita è rappresentata dal solo ministro degli Affari Islamici, Saleh bin Abdulaziz al Alshaikh, simbolo di un atteggiamento più favorevole a Trump.
Nel frattempo il presidente russo Vladimir Putin, che lunedì aveva incontrato Erdogan per parlare della strategia su Gerusalemme, prende le distanze: “La Russia non condivide le parole del presidente Erdogan”, ha precisato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.