Dopo l’approvazione del taglio dei parlamentari, entra nel vivo il dibattito sulla nuova legge elettorale. Lo prevede l’accordo di governo: il Rosatellum, l’attuale sistema di voto, non è infatti ritenuto adatto dal centrosinistra alla nuova conformazione di Camera e Senato, perché con 600 eletti ci sarebbero alcune regioni sotto-rappresentate in cui le minoranze rischiano di scomparire.
Oggi Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, propone in un’intervista al Corriere della Sera di copiare in parte il modello spagnolo. In Spagna i parlamentari sono eletti in collegi metropolitani molto grandi, con liste corte decise dai partiti e senza ripescaggi su base nazionale: in pratica deputati e senatori rappresentano direttamente il territorio. Quello proposto da Orlando è un proporzionale corretto, con una soglia di sbarramento non troppo bassa, forse al 5%.
Gli risponde indirettamente, sempre in un’intervista al Corriere, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del M5S Riccardo Fraccaro. Il Movimento, fa capire Fraccaro, porterà al tavolo di maggioranza il vecchio “Toninellum”, la proposta di legge del 2014 a prima firma Danilo Toninelli. Si tratta anch’esso di un sistema proporzionale con correttivi: ha circoscrizioni medio-piccole e solo tre più grandi e fa esprimere all’elettore preferenze sia positive che negative. Inoltre possiede un sistema di ripartizione dei seggi con soglie che variano da territorio a territorio, premiando in generale le liste maggiori.
Nei giorni scorsi, però, diversi retroscena giornalistici riportavano la tentazione dei due azionisti principali del governo di proporre un sistema maggioritario a doppio turno, in cui ci si può presentare divisi all’inizio e coalizzati nella fase finale, con l’idea di escludere Italia Viva di Matteo Renzi e sfidare “a muso duro” il centrodestra. Per chi vince, spetterebbe un premio di maggioranza che lo porti oltre il 50%. Un modello rischioso, perché nel gennaio del 2017 la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo il ballottaggio previsto dall’allora Italicum.
Italia Viva sarebbe per il maggioritario, ma in caso di scelta proporzionale si adeguerà alle decisioni di Pd e Movimento 5 Stelle. Liberi e Uguali, invece, continua a chiedere un proporzionale con soglia di sbarramento bassa (non più del 3%). Il centrodestra, infine, propone un maggioritario uninominale sul modello inglese: per ogni circoscrizione viene eletto solo chi prende più voti.