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Ventimiglia, sgomberato il confine. Momenti di tensione alla frontiera. Se Europa sorda, Renzi ha un “piano B”

di Nino Fazio16 Giugno 2015
16 Giugno 2015

migrantiSmantellato stamattina il campo profughi all’aperto di Ventimiglia, a due passi dal confine con la Francia. Momenti di tensione quando alcuni migranti hanno cercato di sfuggire alle forze dell’ordine, lasciando i giardinetti e rifugiandosi nuovamente su quegli scogli che hanno occupato per tre giorni. È stata necessaria la forza per farli salire sul bus della Croce Rossa diretto alla stazione di Ventimiglia, dove ci sono già quasi 200 profughi in attesa di poter varcare il confine. “La scena di Ventimiglia è un pugno in faccia all’Europa – ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al suo arrivo al vertice di Lussemburgo con i colleghi europei – ed è la prova che i migranti non vengono in Italia per stare in Italia, ma per andare in Europa”.

Italia abbandonata? E proprio questo è il pomo della discordia tra  Roma e Parigi. La decisione della Francia di chiudere la frontiera di Ventimiglia ha scatenato un dibattito che investe l’intera Unione. È giusto che a gestire i flussi migratori in costante crescita siano solo l’Italia e la Grecia, come sostiene il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve? Il timore che anche Austria e Germania possano emulare la Francia rischia di mandare a monte la convenzione di Schengen, costringendo l’Italia a farsi carico del problema e a trovare soluzioni autonome e pericolose per l’ordine pubblico. I campi profughi che stanno sorgendo in questi giorni a Roma e Milano – sono solo una toppa momentanea – stanno creando molti grattacapi al governo, con comuni e regioni sul piede di guerra. Proprio ieri, il sindaco della cittadina ligure al confine con la Francia si è visto negare la concessione di una decina di operatori della Protezione Civile, a conferma del rifiuto a qualsiasi intervento umanitario del neo-governatore Toti. Il Viminale ha disposto, intanto, l’ampliamento delle strutture di accoglienza in Lombardia, per “svuotare” la stazione Centrale di Milano. Allo studio un piano per distribuire i migranti tra le varie regioni, sulla base di quote che tengono conto del numero di abitanti, dell’estensione del territorio e della ricchezza.

Il “piano B”. Renzi ha un asso nella manica da giocare nel caso in cui l’Europa non sceglierà la strada della solidarietà. Il “piano B” di cui il premier ha parlato in questi giorni non ha ancora nulla di ufficiale ma dovrebbe prevedere il rilascio di permessi temporanei, con i quali i richiedenti asilo possono circolare nel territorio dell’Unione. Allo studio anche l’obbligo per le navi straniere che soccorrono i migranti in acque internazionali di condurli nel loro Paese. Misure alternative che vedrebbero “sconfitta la stessa idea di Europa”, come ha ammesso il premier, ma metterebbero di fronte al fatto compiuto la Francia e gli altri Paesi europei. In attesa che da Bruxelles qualcuno batta un colpo, l’Italia si organizza da sola, sperando che finisca come nel 2011, quando l’allora premier Silvio Berlusconi concesse ai tunisini in fuga dalla guerra un permesso di soggiorno temporaneo: la Francia dovette riaprire il valico di Menton ma – a quanto pare – non imparò la lezione.

Nino Fazio

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