CARACAS – Oggi è il giorno del giuramento in Venezuela . Ci sono però due contendenti al Palazzo di Miraflores: uno detiene il potere, l’altro ha l’appoggio popolare e internazionale.
Due presidenti rivendicano il potere
Da una parte c’è Nicolas Maduro, accusato di aver manipolato il voto di luglio, dall’altra Edmundo Gonzalez, ambasciatore del Venezuela in Algeria e Argentina negli anni ‘90. Quest’ultimo è riconosciuto come presidente legittimo del paese da Stati Uniti, Europa e paesi sudamericani tra cui l’Argentina e il Costa Rica. Lo scorso 18 luglio agli oppositori di Maduro è stato impedito di candidarsi, come successo a Maria Corina Machado, leader dell’opposizione scesa in strada ieri per protestare e portata via dalla sicurezza, che l’ha rilasciata poco dopo. Caracas però nega l’arresto. La stessa che ha dichiarato la vittoria di Maduro al 52% senza presentare le prove, sfruttando ora l’esercito e l’intero apparato statale per annullare l’opposizione.
Le reazioni di Maduro e quelle internazionali
Nell’ultima settimana Maduro ha promesso di arrestare i presunti cospiratori, con oltre cento arresti da questa estate, con Gonazelez costretto a rifugiarsi in Spagna. Se Trump su Truth ha ribadito che Gonzalez sia il presidente eletto, nelle ultime ore anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa, denunciando le notizie in arrivo dal paese sudamericano come “un altro inaccettabile atto della repressione di Maduro”, non riconoscendone “la proclamata vittoria elettorale”. Il Venezuela intanto ha chiuso il confine con la Colombia per tre giorni. Il governatore locale Freddy Bernal – membro del Partito Socialista Unito del Venezuela di Maduro – denuncia un “complotto internazionale per rovesciare la presidenza”. Caracas ha rafforzato tutte le frontiere anche con Brasile e Guyana, paesi che per ragioni politiche non sembrano accessi possibili per Gonzales.