“Non riconosciamo né Maduro né Guidò”, ha affermato oggi il vicepremier Luigi di Maio parlando in Aula alla Camera sulla situazione venezuelana.
Il leader pentastellato ha affermato anche di voler consentire il perseguimento della “via diplomatica e di mediazione”, spiegando che “il cambiamento lo decidono i venezuelani”.
Una dichiarazione che arriva dopo la richiesta di Juan Guidò, l’auto proclamato presidente del Venezuela, di ottenere un allineamento di Roma agli altri paesi europei, che hanno espresso la loro posizione sul governo di Caracas.
Ieri il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione non vincolante che riconosce Guidò come Presidente legittimo ad interim del Venezuela. Tra gli astenuti ci sono anche esponenti del governo italiano, tra cui i 5Stelle, Lega e Pd.
Al contempo, l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha creato un gruppo di contatto internazionale “per accompagnare il processo democratico verso nuove elezioni presidenziali” a Caracas entro “90 giorni”: un lavoro corale, coordinato dall’Unione Europea. La scelta di Strasburgo ha fatto storcere il naso alla Turchia, che si allinea così a Mosca, Pechino e Teheran.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha condannato la decisione del Parlamento europeo e ha espresso il timore che la posizione del blocco europeo possa aggravare le violenze nel Paese sudamericano, fino a “essere trascinato in una guerra civile”.
Mentre il Venezuela è in protesta, il giovane leader dell’opposizione Guidò ha lanciato un appello all’Italia per sostenere il nuovo governo.
In un’intervista rilasciata oggi in esclusiva al TG2, Guidò ha denunciato le gravi condizione dei venezuelani e l’abuso dei diritti umani. Secondo Guidò, ci sono stati settanta giovani assassinati in una settimana dalle forze speciali di polizia venezuelana e settecento persone sono finite in carcere, ottanta delle quali sono minorenni.