Venerdì 10 sciopero nazionale dei treni Italo. Il primo nella storia della compagnia di Montezemolo, dal 2012, quando ha avviato la sua attività. Sarà di 8 ore, dalle 10 alle 18, per tutto il personale di Nuovo Trasporti Viaggiatori. I treni subiranno ritardi e molte corse saranno soppresse.
Lo sciopero è stato indetto unitariamente con Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Ferrovie, a seguito della procedura di licenziamento collettivo per 248 lavoratori su 943, quasi il 25% dell’organico. La trattativa tra sindacato e Ntv era iniziata lo scorso settembre, ma l’azienda negli ultimi mesi ha assunto, secondo Salvatore Pellecchia, coordinatore nazionale della Fit-Cisl, “una posizione rigida e inflessibile”: niente contratti di solidarietà per i lavoratori, anzi blocco dell’aumento del costo del lavoro per i prossimi sette anni per poi procedere ai licenziamenti collettivi. Sarebbe arrivata lunedì notte la rottura delle trattative tra sindacati e azienda, sulla durata dell’accordo sulla solidarietà: secondo fonti del gruppo l’azienda avrebbe chiesto un’intesa di 5 anni e sarebbe stata disponibile ad una verifica biennale, mentre i sindacati avrebbero voluto un accordo di due anni. Ma i rappresentanti dei lavoratori sono stati chiari: nessun accordo contrario alla legge.
Lo sciopero è stato quindi “l’estrema ratio”, ha affermato Pellecchia: “Ntv parla di acquisto di nuovi treni, di apertura di nuove tratte ma servono persone per farli circolare. Ma così il piano di sviluppo è irrealizzabile”.
Nicola Stacchietti