Non aveva ancora visto la luce del sole, ma era già schiavo del mercato. Il bambino che portava in grembo una delle minorenni romene ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi era stato venduto per 28 mila euro. L’indagine della magistratura barese ordinaria e minorile ha portato oggi all’esecuzione di sei fermi nei confronti di un nucleo familiare di romeni, residenti nel campo rom di via San Severo a Foggia.
“Le condotte dei fermati sono connotate da allarmante gravità, attesa la loro efferatezza e il disprezzo per la vita umana dimostrati dagli indagati, soprattutto in danno di giovani vittime minorenni e dei nascituri che portavano in grembo”, hanno dichiarato i magistrati ai microfoni, sottolineando inoltre come gli arrestati non hanno mostrato il “minimo sentimento di pietà verso le vittime”.
Gli inquirenti hanno accertato che quella di costringere le minorenni a prostituirsi anche durante la gravidanza fosse una prassi consolidata. Di fronte al rifiuto opposto dalle vittime, le stesse sarebbero state picchiate senza pietà.
Ora i sei fermati sono accusati di riduzione e mantenimento in stato di servitù, induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e sequestro di persona di giovani ragazze minorenni. Questi i provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale di Bari e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Bari.