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HomeCronaca Vende le figlie per le nozze, le picchia e segrega: a Pisa primo arresto per codice rosso

Vende le figlie per le nozze
A Pisa il primo arresto
grazie al Codice rosso

Le violenze andavano avanti da tempo

Non accettavano la scelta del padre

di Federico Marconi23 Settembre 2019
23 Settembre 2019

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Aveva venduto le figlie ai cugini, futuri mariti, in cambio di denaro. Le ragazze però continuavano la loro vita, fidanzate con uomini diversi da quelli che le avevano comprate. Andavano contro la sua volontà e per questo il padre, un uomo bosniaco di etnia rom, le maltrattava, picchiava, segregava nella roulotte in cui vivevano vicino Pisa.
Una tragedia durata mesi e finita questa notte. La squadra mobile di Pisa ha infatti arrestato l’uomo su richiesta della procura. Andrà in carcere, accusato di induzione al matrimonio, violenza privata reiterata, lesioni e segregazione.
Per il reato di induzione al matrimonio, introdotto dal cosiddetto Codice rosso, si tratta – è stato spiegato dagli inquirenti – della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita in Italia.
Quello di Pisa dunque è il primo caso di applicazione della normativa voluta dal governo Lega-5 Stelle, che inasprisce le pene e rende più veloci i tempi di indagini e processi su una lunga lista di reati contro le donne.
Le violenze del padre nei confronti delle figlie andavano avanti da anni: una delle due ragazze era ancora minorenne. Dovevano subire non solo calci e pugni, ma anche l’imposizione di pratiche umilianti, come quella del taglio dei capelli. A queste si aggiunge la segregazione nella roulotte, periodi in cui le due non potevano uscire ed erano costrette a cibarsi di pane e acqua.
Le punizioni che subivano non erano dovute solamente a piccole “mancanze” in ambito familiare: il padre le utilizzava per condizionare le scelte delle figlie. Loro continuavano a frequentare i loro fidanzati, andando contro la sua decisione. Le aveva infatti vendute alle famiglie di alcuni parenti del campo in cui vivevano: l’accordo prevedeva denaro in cambio dell’assenso al matrimonio. Assenso che mancava, con il rischio di far saltare la compravendita.

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