“Su un episodio così clamoroso non si poteva non usare la Var. Il sistema è malato e sbagliato”. Dopo il rocambolesco 3-2 con cui la Roma ha battuto il Genoa all’Olimpico, il presidente del club rossoblu Enrico Preziosi è su tutte le furie per l’errore del direttore di gara Marco Di Bello, reo di non aver concesso al 95’ un rigore per una spinta del giocatore giallorosso Alessandro Florenzi su Pandev: “Era una partita che potevamo vincere – aggiunge ai microfoni di Radio Anch’io – e invece l’abbiamo persa. L’arbitro si è rifiutato di consultare la Var e mi devono spiegare perché. Si tratta di malafede, mi dispiace ma si è rifiutato di analizzare un episodio evidente”.
Sulla stessa linea di Preziosi il tecnico del Genoa Cesare Prandelli, che nella conferenza stampa post-partita ha contestato apertamente le decisioni arbitrali. “Siamo molti rammaricati, ci sentiamo defraudati”. Parole forti quelle dell’ex ct, che ha inoltre dichiarato: “L’arbitro ha commesso più di un errore tecnico. È strano che non abbiano valutato questo fallo come da rigore, perché la spinta è con le mani e con il piede”.
Si accoda alle polemiche il presidente dal Torino Urbano Cairo. Ricordando episodi del passato con la Juve, il massimo dirigente granata sottolinea che nel derby perso la Var doveva entrare in azione almeno in due occasioni: “Una abbastanza evidente, con Matuidi su Belotti l’arbitro doveva andare a vedere la Var. Non siamo gli unici ad essere stati penalizzati, la stessa cosa è a accaduta anche per il Genoa a Roma e alla Roma era successo con l’Inter”. Se esiste la sudditanza psicologica? “Penso che ci sia ancora”.
Torna pertanto d’attualità la richiesta presentata da più società di consentire al capitano di ogni squadra di suggerire all’arbitro l’utilizzo del Var, così da ridurre gli errori.