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I Verdi austriaci sconfiggono l’euroscetticismo

di William Valentini05 Dicembre 2016
05 Dicembre 2016

epaselect epa05660219 Austrian presidential candidate and former head of the Austrian Green Party, Alexander Van der Bellen (C) celebrates his victory with supporters at the Sophien Saele in Vienna, Austria, 04 December 2016. Hofer on 04 December 2016 admitted his defeat to Van der Bellen in the re-run of the presidential elections run-off. Austrians went to the polls for a re-run of the 22 May run-off which was narrowly won by van der Bellen but later annulled by Austrian courts due to minor irregularities in vote counting following an appeal from rival Hofer. EPA/CHRISTIAN BRUNA

“Porgo la mano anche agli elettori di Hofer. Il mio obiettivo per i prossimi sei anni è che i cittadini, che mi incontreranno per le strade, in metropolitana oppure in paese, dicano ‘Guarda, il nostro presidente’ e non solo ‘il presidente'”. Con questo messaggio, Alexander Van der Bellen neo-presidente austriaco e primo presidente verde europeo ha concluso la più lunga e controversa campagna elettorale della storia recente del paese alpino.

Van der Bellen partiva da sfavorito, come era sfavorito il 22 maggio, appuntamento elettorale poi annullato per irregolarità del voto all’estero. Come in quella domenica di maggio il suo sfidante Hofer e il suo Partito delle Libertà  godevano delle simpatie dalle destre europee, da Viktor Orban a Giorgia Meloni. Ciò che è cambiato dal primo ballottaggio è stata la proporzione della vittoria dei Verdi: a maggio il vantaggio di Alexander Van der Bellen era ridotto a un esiguo 0,6%. Ieri il vantaggio del candidato di sinistra si è assestato sul 6%, con buona pace dei sondaggisti che avevano previsti un testa a testa all’ultimo voto.

L’elezione del professore austriaco (così viene chiamato in Austria) ha però un valore anche in chiave europea. Van der Bellen è l’uomo che ha fermato l’onda d’urto di Trump e della Brexit, che, se avesse raggiunto il cuore dell’Europa, avrebbe potuto scatenare effetti devastanti. Nel confronto con Hofer, il candidato dei Verdi  ha vestito i panni del candidato dell’ ”Austria europeista”; si è definito molte volte “figlio di profughi” e ha sostenuto che ha vinto grazie ai “vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà”.

Hofer ha ammesso la sconfitta e si è detto “immensamente triste”. Ma nel farlo si è anche candidato alle prossime elezioni parlamentari a “sostegno del leader Fpö, Heinz Christian Strache”. Anche se sembra chiaro come il volto pulito del partito sia diventato il suo, e che le posizioni estreme di Strache si siano rivelare controproducenti per il Fpö.

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