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HomeCronaca Valanga su hotel Rigopiano: soccorsi lenti e abusivismo, montano le prime polemiche

Valanga sul resort abruzzese
soccorsi lenti e abusivismo
montano le prime polemiche

Le accuse per l'allarme ignorato

ma i soccorsi sono stati esemplari

di Salvatore Tropea20 Gennaio 2017
20 Gennaio 2017

Mentre i soccorsi all’Hotel Rigopiano continuano senza sosta, e anzi sono stati incrementati, iniziano a montare le prime polemiche, non solo sulla tempestività degli aiuti, ma anche sul mancato arrivo, prima della slavina, di uno spazzaneve per liberare la strada ai clienti dell’hotel e sulla struttura stessa, in passato al centro di un processo per abusivismo.

LO SPAZZANEVE MAI ARRIVATO E L’ALLARME IGNORATO – Una delle prime testimonianze è stata quella di Quintino Marcella, la persona che ha lanciato la prima richiesta di aiuto. Stando al racconto di Marcella, amico di Giampiero Parete, uno dei sopravvissuti, tutti gli ospiti dell’hotel erano pronti a lasciare la struttura e aspettavano solo l’arrivo dello spazzaneve, che avrebbe dovuto liberare la strada per andare via dal luogo. Spazzaneve che sarebbe dovuto arrivare alle 15 ma che non è mai arrivato, lasciando i clienti del Rigopiano in trappola. Una polemica, forse eccessiva, che sembra non tener conto delle oggettive difficoltà, anche per uno mezzo simile, di potersi muovere agilmente in un territorio martoriato da una nevicata sicuramente fuori dal normale. Ma quello che fa più discutere è l’allarme di Quintino Marcella, lanciato intorno alle 17:40, che sembrerebbe essere stato ignorato da una dirigente della prefettura di Pescara. «Non volevano credermi – ha detto Marcella – per due volte mi è stato risposto che non era successo nulla». Un allarme ignorato che quindi avrebbe fatto scattare i soccorsi con un ritardo fatale.

LA LENTEZZA DEI SOCCORSI – Le polemiche sembrano non risparmiare neanche la macchina dei soccorsi che si è messa in moto. In particolare Matteo Salvini e Beppe Grillo hanno attaccato il Governo, colpevole di aver effettuato troppi tagli agli enti locali, che si ritrovano quindi senza mezzi adeguati e impossibilitati ad operare. Polemica stroncata sul nascere dal Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: «in azione ci sono uomini valorosi – ha affermato – che hanno lavorato in condizioni al limite, perché la situazione è eccezionale». Intorno alle 19, infatti, le prime avanguardie dei soccorsi si trovavano a 11 km dall’albergo, ma la neve superava i due metri di altezza, i telefoni non prendevano e lungo la strada c’erano alberi a massi caduti, che hanno reso difficile anche l’azione delle turbine spazzaneve. In alcuni punti, infatti, è stato necessario fare a meno dei mezzi pesanti per fare uso delle campagnole e delle motoseghe. Intorno a mezzanotte poi quattro uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino civile si sono sganciati dalla carovana per proseguire con gli sci e le pelli di foca ai piedi. L’avanzata dei mezzi pesanti, invece, è stata rallentata dalla mancanza di gasolio nella turbina, rifornita poi dall’intervento, a piedi e con le taniche, di una ventina di Vigili del Fuoco.

ABUSO EDILIZIO? – La vera polemica, che sembra destinata ad avere un seguito, è quella sui dubbi legati all’edilizia stessa dell’Hotel Rigopiano. Rispunta, infatti, a poche ore dalla tragedia, una vecchia vicenda giudiziaria, risalente al 2008, che vide coinvolta la struttura alberghiera. L’inchiesta era nata a seguito di una delibera, dell’amministrazione comunale dell’epoca, che sanava l’occupazione abusiva del suolo pubblico da parte di quelli che allora erano i proprietari del vecchio hotel e che le indagini incriminavano per scambio di denaro e favori con il sindaco e alcuni assessori e consiglieri dell’epoca. Alla fine tutti gli imputati vennero assolti perché il fatto non sussisteva e nel frattempo, prima che la società proprietaria fallisse, l’hotel fu ceduto alla Gran Sasso Resort srl, che attualmente ne detiene la proprietà. I dubbi, sull’abusivismo della struttura, sorgono anche rispetto alla posizione nella quale è stato costruito: nel bel mezzo del fondo di un canalone, che ha fatto come da imbuto per la slavina. Alcuni esperti, però, hanno chiarito che «a quanto risulta dalla cartografia, l’area non era stata inserita come a rischio dal Piano di assetto idrogeologico ragionale», quindi in teoria non ci sarebbe responsabilità per chi ha costruito l’albergo. Ma forse, con quelle condizioni meteo annunciate, l’albergo poteva restare chiuso, anche se nessuno poteva mai prevedere il sisma che ha originato la valanga.

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