“Grande vittoria alla Corte suprema degli Stati Uniti per la frontiera sulla questione dell’asilo”. Così Donald Trump commenta la decisione dei giudici di far entrare in vigore la nuova normativa governativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa, se durante il loro viaggio hanno attraversato Paesi terzi sicuri dove potevano avanzare la stessa istanza.
La Corte suprema, a maggioranza repubblicana dopo le sue due nomine, ha così ribaltato la decisione precedente di una corte d’appello. Due giudici, Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor, si sono dissociati.
Tra i principali obiettivi dell’amministrazione Trump ci sarebbe quello di bloccare la maggior parte della migrazione al confine sud-occidentale americano. In particolare, si intende limitari i flussi provenienti dal Guatemala, Honduras, Nicaragua, El Salvador e altri Stati. Secondo quanto riporta il New York Times, quest’anno gli arresti alla frontiera di persone provenienti da questi paesi sarebbero 419.831 contro i 4.312 messicani, che non sono coinvolti in questa normativa perché non devono attraversare paesi terzi.
Si tratta della seconda volta negli ultimi mesi che la Corte Suprema ha emesso provvedimenti in tema di immigrazione. A luglio, il tribunale ha consentito di utilizzare 2,5 miliardi di dollari per la costruzione di un muro al confine con il Messico. Questi fondi finanziano quattro diversi progetti, volti a consolidare e rimpiazzare almeno 100 chilometri di barriere già esistenti in Arizona, California e New Mexico.
Lee Gelernt, un avvocato dell’American Civil Liberties Union, ha sottolineato che l’azione della Corte suprema è provvisoria. “Questo è solo un passaggio temporaneo. Sono in gioco le vite di migliaia di famiglie”. Il caso tornerà quasi sicuramente alla Corte, ma ci vorranno molti mesi.