WASHINGTON – Il servizio postale degli Stati Uniti (Usps) ha annunciato che non accetterà più pacchi dalla Cina e da Hong Kong, in risposta ai dazi doganali imposti da Pechino sui prodotti americani. È quanto si legge in uno comunicato dell’Usps in cui si aggiunge che la misura è temporanea e il servizio non riprenderà “fino a nuovo avviso”. Le azione delle società cinesi di e-commerce sono crollate in seguito a questo annuncio.
“Quello di cui abbiamo bisogno ora non sono i dazi unilaterali aggiuntivi, ma il dialogo e la consultazione”. È la risposta del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, alle tariffe americane entrate in vigore. Gli Usa “devono smetterla con iniziative che colpiscono il commercio”, dice il funzionario. E aggiunge che Pechino “adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare diritti e interessi legittimi delle sue aziende”.
Anche l’Europa è spaventata dalla guerra di dazi iniziata da Donald Trump. Secondo il Financial Times, l’Ue sta pianificando di colpire la Silicon Valley con misure di ritorsione qualora si concretizzasse la minaccia del presidente americano di imporre dazi ai prodotti europei. La Commissione utilizzerebbe il cosiddetto “strumento di anti-coercizione” contro le Big Tech statunitensi. Il meccanismo, già usato come deterrente contro la Cina, consente all’esecutivo Ue di imporre restrizioni commerciali contro un Paese che sta utilizzando i dazi per forzare cambiamenti politici.
Il premier britannico, Keir Starmer, al Consiglio europeo dello scorso 3 febbraio, ha chiarito che il suo governo non ha intenzione di sostenere l’Ue su eventuali ritorsioni commerciali contro gli Stati Uniti, in nome della tradizionale relazione speciale che lega Londra e Washington.