È stato reso pubblico allo scoccare dalla mezzanotte il rapporto del procuratore speciale Jack Smith che ha indagato sull’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 nel quale era coinvolto il presidente eletto Donald Trump. Il report di 174 pagine pubblicato sotto autorizzazione del Procuratore generale, Merrick Garland, descrive dettagliatamente quelli che vengono definiti “gli sforzi criminali del presidente eletto per mantenere il potere” a seguito della sconfitta elettorale del novembre 2020.
Il team del procuratore Smith ritiene che Donald Trump abbia tentato di “sovvertire la volontà popolare e di rovesciare i risultati delle elezioni”. Quindi, una volta assodato che i mezzi legali per contestare i risultati elettorali erano falliti, il Tycoon “ha fatto ricorso a una serie di sforzi criminali per mantenere il potere”, comprese “pressioni sui funzionari statali”, piani “fraudolenti” e “pressioni sul vicepresidente” Mike Pence.
Alla luce dei fatti esposti, la conclusione dello special counsel Smith è che “se non fosse stato per l’elezione del signor Trump e il suo imminente ritorno alla presidenza, le prove ammissibili sarebbero state sufficienti per ottenere e sostenere una condanna al processo”.