I risultati dei caucus in Iowa tardano ad arrivare e negli Usa scoppia il caos. La diffusione dei dati è stata posticipata “a causa di incongruenze”, ha spiegato il direttore della comunicazione del partito democratico dello Stato, puntualizzando che “non c’è stato alcun hackeraggio o intrusione”. I risultati, che sarebbero dovuti arrivare nella nottata italiana, vanno ora riconteggiati a mano, sulla base dei registri cartacei e delle foto disponibili, con un ritardo che imbarazza i dem e mette in dubbio la loro macchina elettorale.
Il direttore della comunicazione del partito Mandy McClure ha riferito che il disguido è anche il risultato del cambio di regole, che impone al partito di gestire e diffondere tre tipi di dati: quelli della prima votazione, quelli della seconda e quelli relativi ai delegati conquistati. McClure ha aggiunto che per ora ha i dati di circa il 25% dei caucus, mentre l’afflusso è in linea con quello del 2016.
I caucus in Iowa, il piccolo stato rurale del Midwest che dà il via alle primarie dem per la nomination alla Casa Bianca, sono iniziati alle 20 ora locale. Migliaia di persone sono state in fila a -7 gradi di temperatura per entrare in uno dei 1.678 precintus caucus distribuiti in 99 contee: si tratta di scuole, biblioteche, chiese, uffici, palestre ed altri luoghi pubblici. Dieci i candidati democratici in corsa quest’anno. Per la prima volta, allo scopo di aumentare la partecipazione, sono stati aggiunti 87 caucus satelliti, di cui 25 in altri stati Usa e tre all’estero (Francia, Scozia e Georgia).
“Questa notte è l’inizio della fine di Donald Trump, il presidente più pericoloso della storia Usa, un presidente corrotto, un bugiardo patologico” ha detto il senatore Bernie Sanders che, in attesa dei risultati ufficiali, risulterebbe primo nel conteggio finale con il 29,66% dei voti, insieme a Pete Buttigieg.
Intanto, il manager della campagna di Donald Trump, Brad Parscale, sfrutta il ritardo in Iowa per criticare gli avversari con un tweet: “Crisi di nervi nel partito democratico. Non riescono a gestire i caucus e vogliono anche governare. No grazie”.