Donald Trump e le intercettazioni. Il binomio che ha scandito la cronaca politica americana delle ultime due settimane, salvo sorprese dell’ultim’ora, vedrà oggi il suo epilogo. Il direttore dell’Fbi, James Comey, è atteso alle tre del pomeriggio (ora italiana) alla commissione intelligence della Camera dei Deputati. Molto probabilmente negherà ufficialmente che il Federal Bureau abbia mai messo sotto controllo i telefoni della Trump Tower, il quartier generale del tycoon. Un’accusa lanciata dal neopresidente americano il 4 marzo scorso, quando ha denunciato via Twitter la precedente amministrazione Obama di aver ordinato delle intercettazioni ai suoi danni. L’audizione di Comey verrà trasmessa in chiaro negli Stati Uniti, a conferma dell’importanza del fatto: dalla discussione potrebbe anche emergere un chiarimento sui rapporti tra lo staff di Trump e alcuni funzionari russi nei mesi della campagna elettorale americana.
La vicenda. Dopo le accuse, Donald Trump ha chiesto al Congresso di indagare, paragonando la situazione ad altri spiacevoli episodi della storia americana, come il maccartismo e il Watergate. Ma fin da subito la sua polemica è apparsa sterile e infondata. Il presidente non ha fornito alcuna prova a sostegno della sua tesi. Al punto che i detrattori hanno pensato fosse un modo per distogliere l’attenzione dal caso Sessions. Barack Obama si è difeso ricordando che il presidente non può ordinare intercettazioni su un candidato. Lo staff di Trump ha avuto non poche difficoltà a supportare l’attacco del presidente, che ha continuato a tirare avanti: incolpando i servizi segreti britannici di essere stati gli autori materiali delle intercettazioni e tirando in ballo la vicenda anche nel suo ultimo incontro internazionale con Angela Merkel. L’incontro di oggi alla Camera dei Deputati potrebbe chiudere il cerchio.
Gradimento in calo. Quella che si sta aprendo sarà una settimana molto importante per Donald Trump, anche su altri fronti. Sempre oggi al Senato inizierà l’iter di conferma per Neil Gorsuch come giudice della Corte Suprema, conferma non scontata dopo le polemiche relative al dossier sulle intercettazioni illegali. Giovedì inoltre si terrà alla Camera il voto sulla riforma dell’Obamacare, la legge sull’assistenza sanitaria designata dalla vecchia amministrazione, che Trump in realtà vorrebbe abolire. Il tutto mentre l’ultimo sondaggio dell’agenzia Gallup registra un forte calo del gradimento popolare verso l’attuale presidente americano: solo il 37% ne approva l’operato, mentre il 58% si dice contrario.