La rivoluzione digitale non ha determinato la fine del vinile. È quanto emerge dalle analisi della RIAA (Recording Industry Association of America) che sottolinea come addirittura nel primo semestre del 2019 la vendita dei vinili abbia superato quella dei cd. I ricavi del business del vinile sono infatti cresciuti del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche le previsioni sono incoraggianti, sarebbe infatti possibile chiudere l’anno sopra quota 500 milioni di dollari, segnando così il definitivo sorpasso sui cd. I vinili, pur rappresentando circa il 4% del mercato della musica registrata, sembrano soffrire meno l’impatto dei colossi dello streaming come iTunes o Spotify. Questi dati confermano l’affezione al vinile della generazione X, ovvero i nati tra il 1960 e il 1980, in un’epoca di iperconnessione e immaterialità.
Il dj Andrea Benedetti in un’intervista rilasciata al Corriere.it è convinto dell’imminente estinzione del cd: “Il mercato italiano ruota per lo più intorno alle ristampe dei classici. Si tratta di un trend stabile, nel quale a spingere il rinnovato interesse per il vinile sono anche i nuovi giradischi tornati in auge dopo anni di accantonamento, un po’ come accadde per il grammofono”.
Lanciato ufficialmente nel 1948 dalla Columbia records negli Stati Uniti, in sostituzione del disco a 78 giri, continua dunque la parabola ascendente del vinile. Appassionati di tutto il mondo sono disposti a pagare sempre di più pur di accaparrarsi copie uniche o introvabili. L’album dei record, battuto all’asta al prezzo più alto di sempre, è stato venduto nel 2015 per 2 milioni di dollari ed è Once Upon a Time in Shaolin del Wu-Tang Clan. Il disco è stato addirittura venduto con una clausola ben precisa: vietato rivenderlo per cento anni.
Usa, il vinile supera il cd
Nel 2019 record di vendite
cresciute in un anno del 13%
È quanto emerge dalle rilevazioni
della Recording Industry Association
24 Ottobre 201958