Una Washington blindata si prepara all’Inauguration Day. Domani, alle 12 ora locale (le 18 in Italia), Joe Biden presterà giuramento come 46° presidente degli Stati Uniti.
È stata una vigilia di tensione, a causa di un piccolo incendio in un accampamento di senzatetto che ha fatto scattare l’allarme a Capitol Hill. L’emergenza è rientrata, dopo che i militari della Guardia Nazionale avevano ordinato l’evacuazione. L’Fbi sta indagando sugli agenti in servizio, sospettati di legami con le milizie trumpiane. La sindaca della capitale americana inoltre ha invitato i cittadini a non venire alla cerimonia.
Intanto, nell’ultimo giorno di Donald Trump, il leader repubblicano prepara decine di grazie. A godere degli atti di clemenza saranno principalmente gli alleati politici: tra questi potrebbero esserci l’avvocato Rudy Giuliani e Steve Bannon, accusato di aver rubato fondi destinati alla costruzione del muro al confine con il Messico. I consiglieri del presidente uscente hanno sconsigliato al tycoon di inserire anche il suo nome e quello dei suoi familiari – sarebbe un’ammissione di colpa dei crimini commessi. Tant’è che nella lista non saranno presenti nemmeno gli assalitori di Capitol Hill.
Tuttavia Trump ha lanciato un’ennesima sfida all’amministrazione democratica. Il repubblicano ha infatti revocato il divieto di ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori provenienti dall’area Schengen, dalla Gran Bretagna e da altri paesi extra-europei. Il divieto non sarà più in vigore a partire dal 26 gennaio, anche se le limitazioni continueranno a valere per Cina e Iran. La “smentita” è arrivata immediatamente su Twitter dalla futura portavoce di Biden, Jen Psaky, che ha escluso da dopodomani l’eliminazione di tali restrizioni dovute all’emergenza pandemica.