Gli Stati Uniti sono alla ricerca di una soluzione diplomatica con la Corea del Nord. A rivelarlo è Rex Tillerson, attuale segretario di Stato americano che tuttavia, a margine del vertice con gli alleati a Vancouver aggiunge: “Se Pyongyang non vorrà negoziare un disarmo nucleare, si potrebbe innescare una risposta militare”. Non un passo indietro, ma nemmeno un passo avanti, quello di Washington, che nonostante gli ultimi, stentati segnali di distensione, continua a considerare la Corea del Nord una grave minaccia alla sicurezza americana.
Mentre papa Francesco, nei giorni scorsi aveva espresso ai giornalisti le sue sempre crescenti preoccupazioni sulle reciproche minacce nucleari di Usa e Corea, a Vancouver si svolgeva il vertice internazionale per discutere delle tensioni tra le due nazioni, anche in vista delle prossime olimpiadi invernali di Pyeongchang. Venti le nazioni intorno al tavolo, tra cui anche l’Italia che ha concordato sulla necessità di attuare un “blocco navale” della Corea del Nord, e sull’inasprimento dei controlli su ogni imbarcazione diretta verso le coste nordcoreane. In questo modo si cercherà di limitare il traffico di materiale bellico, impedendo al regime di violare le sanzioni delle Nazioni Unite sul suo programma nucleare e missilistico.
“Non si può rimanere inerti al persistere di questa minaccia – ha detto la ministra degli Esteri canadese Chrystia Freeland, organizzatrice del summit insieme al Segretario di stato americano – perché in gioco ci sono – l’incolumità e la sicurezza dei popoli del mondo”. “La Corea del Nord – ha detto Tillerson – deve ancora dimostrarsi un partner credibile”. Mentre, a chi gli domanda se il rischio di una guerra nucleare sia concreto, risponde: “Abbiamo tutti bisogno di essere sobri e lucidi in questa situazione”.