Riduzioni di personale stimato su circa 8.000 unità e chiusura di oltre 500 sportelli. Queste le immediate conseguenze del nuovo piano di Unicredit. Chiuderanno il 25% delle filiali e il personale verrà ridotto complessivamente del 21%. A rischio posti di lavoro in tutta Europa anche se i tagli si concentreranno, secondo il piano diffuso questa mattina, soprattutto in Italia, Germania e Austria. Il nostro paese infatti sosterrà la parte più consistente degli esuberi tant’è che, secondo la First Cisl, la saracinesca si abbasserà definitivamente in 450 filiali, per un totale di oltre 6.000 licenziamenti.
Il ceo di Unicredit Jean Pierre Mustier ha rassicurato che sono già in corso le trattative con i sindacati e ha poi aggiunto come “nel piano precedente abbiamo agito in modo socialmente responsabile e continueremo a farlo”. Parole che però non bastano a frenare le preoccupazioni dei bancari italiani: “Nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007” ha risposto con forza Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani).
Il gruppo bancario prevede inoltre la distribuzione ai propri azionisti di 6 miliardi in dividendi in contanti e 2 miliardi di riacquisto di azioni proprie, per un totale di circa 8 miliardi di euro. Per il 2019, si legge in una nota, il gruppo ha deciso di raddoppiare la distribuzione di capitale prevista dal precedente piano al 40%. L’obiettivo strategico di Unicredit sarebbe, in questo modo, realizzare un guadagno di 5 miliardi di euro nel 2023, con un valore di crescita dell’utile per azione del 12% fra il 2018 e il 2023. Nello stesso quinquennio il gruppo di Piazza Gae Aulenti prevede di concretizzare una vera e propria evoluzione della propria struttura, attraverso la creazione di una subholding, con sede in Italia e non quotata in borsa, che si occuperà delle attività in ambito internazionale.