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HomeCronaca Un vademecum contro i bulli consigli a genitori e figli sull’uso della tecnologia

Un vademecum contro i bulli
consigli a genitori e figli
sull'uso della tecnologia

Elaborato da Polizia di Stato

Facebook e Società Italiana Pediatri

di Nancy Calarco20 Marzo 2017
20 Marzo 2017

Pochi giorni fa nel napoletano, un ragazzino di 13 anni appena compiuti, viene picchiato picchiato da tre bulli. Denuncia l’accaduto ai carabinieri e il padre scatta delle foto al volto tumefatto del figlio. Le pubblica su Facebook lanciando un appello a quanti sono vittime di questi episodi. Invita a denunciare: “Gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia”. Il genitore ha utilizzato i social network per far sentire la propria voce, che si è fatta sentire perché il suo post è stato condiviso quasi 200mila volte.

Sono sempre di più i genitori che si interrogano su cosa fare. I pediatri della Sip, Società Italiana di Pediatria, hanno elaborato un vademecum insieme alla Polizia di Stato e Facebook (coinvolto visto il forte aumento di cyberbullismo). Una guida rivolta non solo ai ragazzi ma anche, e soprattutto, ai genitori, per aiutarli ad affrontare il disagio.
I consigli per i genitori sono molto elementari. Parlare con i figli sull’uso delle tecnologie, chiedendo quali siano per loro le informazioni che possono essere condivise sui social network. Tutto si concentra sull’uso della tecnologia, cercando di accompagnare il più possibile i figli, soprattutto i più piccoli.

I ragazzi di oggi sono cresciuti con internet, in collegamento costante, con i cellulari e le applicazioni. Le nuove tecnologie fanno parte delle loro vite rappresentando un’opportunità per il loro futuro. Ma si tratta di un’opportunità di cui occorre non abusare.
Infatti secondo il vademecum i ragazzi dovrebbero stabilire delle regole base prima di postare un commento o una foto.

Controllo della privacy, diffidenza dagli sconosciuti, segnalazione dei contenuti inappropriati senza aver paura di denunciare. Infine il consiglio più importante: “APRITI se hai un problema: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, un’associazione o le forze dell’ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti”.

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