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Un ex eroinomane si racconta
"Ho iniziato a 15 anni
facevo rapine per una dose"

Nel Boschetto di Rogoredo a Milano

un uomo ha vinto la sua dipendenza

di Camilla Canale04 Febbraio 2019
04 Febbraio 2019

Il 24 dicembre nel Boschetto di Rogoredo, abbiamo incontrato Marco un ex tossicodipendente di 55 anni che ha vissuto una vita tra dipendenza da eroina e la volontà di curarsi.

Come hai iniziato con l’eroina?

“Ho iniziato a 12 anni. In prima media andavo a scuola a Milano, ho iniziato a fumare le prime canne in bagno, con gente più grande di me. Ho continuato a fumare le canne fino a 15 anni poi qualcuno della nostra compagnia (eravamo in tanti) ha provato l’eroina. All’epoca andava, la brown sugar, la siriana. La pippavano. Ho iniziato a pippare anche io una volta alla settimana ma, a un certo punto, una volta a settimana non bastava più.”

 

Perché non ti bastava più?

“Pippavo quasi tutti i giorni ma un giorno la dose non era sufficiente. Eravamo in tre. Siccome uno di noi si era già fatto una volta, abbiamo deciso di farci di eroina di vena.”

 

Quanti anni avevi?

“Avevo 14 o 15 anni più o meno e dal quel momento li è stato un danno. Tutti i giorni, cercavo la dose: andavo a rubare, rubavo ai supermercati, scippavo con la vespa, scippavo le borse. Quando c’era la nebbia a Milano (all’epoca a Milano c’era la nebbia) facevo rapine alle persone che avevano la borsa per drogarmi.”

 

I tuoi genitori sono intervenuti?

“Sì, a un certo punto i miei mi hanno chiesto di scegliere: o stai fuori casa in mezzo alla strada o fai un programma terapeutico. Io ho deciso di andare in comunità ma prima mi sono fatto di sia di coca che di eroina di vena.”

 

Dove sei andato a disintossicarti?

“Sono andato all’ospedale Niguarda per disintossicarmi. C’era il metadone, il Triticum, valium, poipnol, altri farmaci che mi calmavano. Io però stavo male comunque. Dopo 20 giorni sono scappato dall’ospedale, sono andato a casa, avevo dell’eroina nascosta nello sgabuzzino, mi sono rifatto l’eroina, sono collassato, e i miei mi hanno riportato all’ospedale Niguarda.  Poi ho fatto varie comunità, con molti shutdown e ricadute. Spesso era meglio il carcere che fare alcune comunità.”

 

Sei rimasto senza la sostanza a lungo?

“Sì ma poi purtroppo dopo mi sono innamorato, mi sono sposato, ho avuto una bella bambina, Cristina. Ho incontrato poi un altra donna, mi sono nuovamente innamorato.Tutte queste emozioni che ho provato, mi hanno spaventato. Non sono riuscito ad affrontarle. Mi sono tornato a bucare di nuovo, finché non ho deciso di smettere. Adesso sono 7 anni circa che non uso più niente. Neanche una canna. Zero. A me piaceva fumare perché mi rilassa. Io sono un borderline bipolare, prendo dei psicofarmaci da 16 anni.”

 

Il disturbo è emerso con l’utilizzo della droga?

“Non lo so. Sono borderline dal 2000.”

 

Venivi qua a bucarti?

“No, io andavo in piazzale Insubria, (Calvairate), vicino piazzale Cuoco, quando facevo uso di eroina. La cocaina andava invece in Piazza Lavater (porta Venezia).”

 

Che anni erano?

“Anni 90, fino al 2000. È stata dura.”

 

Come sei uscito dalla dipendenza?

“Ho imparato a gestire le mie emozioni. In pratica il mio problema era gestirle. Puoi provare paura, dolore, tristezza, impotenza, amore, paure, essere innamorati. Io son sempre stato un bel ragazzo, a parte adesso che ho dei problemi, però tutti questi tipi di emozioni non ero in grado di poterli gestire, capisci? Mi spaventavano.”

 

Perché hai paura delle tue emozioni?

“Bella domanda. Quello che mi mancava era il carattere. Mi reputavo un escluso dagli altri perché non ero in grado di affrontare le cose come le affrontavano loro. Allora mi sentivo diverso. Questa cosa della diversità mi creava problemi. L’unico modo per affrontare questi problemi era drogarmi. La comunità mi ha salvato, mi ha insegnato a esternare le mie emozioni urlando nei gruppi le emozioni come rabbia, dolore, impotenza. Poi accettarle.”

 

Perché l’eroina in vena?

“L’eroina è devastante, ti toglie tutte le emozioni. Non provi più niente, diventi onnipotente, ma non schizzato. Qualsiasi emozione che tu stai provando, come la vergogna per quello che stai facendo perché sei sporco, in mezzo alla strada, non ti lavi, non ti curi, puzzi… l’eroina ti toglie tutte queste cose qua che vivi nell’arco della giornata e quello che pensi. Poi la cosa più brutta sai cos’è? Che vieni isolato.”

 

Hai qualcosa da dire a chi sta vivendo questa grande solitudine?

“È importante avere una persona con cui condividere le tue paure. Saper dire ho paura, mi sento solo, sono geloso, ho paura che mi tradiscano.”

 

Ti reputi felice? Dopo tutto quello che è successo?

“Sì sono contento perché grazie a Dio non ho nessuna malattia. Io stavo bene, avevo i soldi potevo comprarmi le insuline in farmacia e tutto quanto. Tanti miei amici, la maggior parte, sono morti di AIDS o di overdose. Io grazie a Dio ho avuto due compagne della quale mi sono innamorato, ho due bellissime figlie. E sono contento. Sì! Sono contento della mia vita.”

 

Cosa pensi di dire a tutti i ragazzi che non hanno speranza e che pensano non ci sia una via d’uscita dal mondo della droga?

“Ragazzi, voletevi bene. Chiedete aiuto, andate da uno psicologo e cercate di capire perché in quel momento lì non avete più speranza. Da soli non ce la facciamo, (dice urlando – ndr) Non ce la facciamo da soli. Non c’è niente da fare. Ci ho provato io un sacco di volte. Niente. Abbiamo bisogno di aiuto.”

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