Jacopo Giambelli ha appena concluso gli studi presso il Liceo aeronautico Maxwell di Milano ed è uno dei prospetti più interessanti per la robotica italiana, riuscendo a sviluppare il suo primo VTOL (velivolo a decollo verticale, ndr) atto al trasporto di medicinali in zone ostili: “Mi sono appassionato alla robotica durante la RoboCup a cui ho partecipato per quattro anni consecutivi quando ero ancora sui banchi del liceo –ci spiega il giovane progettista ventenne- cimentandomi nel Robo-rescue, dove la mia attenzione si è posata su tutti i robot ideati per il salvataggio. Quindi, unendo la mia passione per i droni con la necessità di scrivere la Tesi di maturità, ho preso spunto per progettare il VTOL”. Perché puntare su un velivolo a decollo verticale? “Il VTOL unisce i benefici di un drone a rotori con decollo verticale, con l’autonomia di un normale aeroplano”. Gli usi poi che si possono fare di un mezzo così versatile sono tantissimi, e Jacopo non ha dubbi sul suo primo posto di lavoro: “Il mio progetto lo vedo utilizzato dalle ONLUS internazionali, in paesi e zone disagiate, anche se il suo campo di impiego spazia in tutte quelle situazioni in cui vi è necessità di un mezzo atto a trasportare materiali in zone impervie”.
L’uso non militare di questo progetto viene ribadito dal partner di Jacopo, Andrea Zamuner Cervi, fondatore di ProjectEMS, start-up a base tecnologica che subito ha sposato il progetto VTOL. “Molti dei possibili scenari d’utilizzo verranno col tempo –spiega Zamuner Cervi- ma comunque, con tutto il rispetto per i militari e per il settore, non voglio sviluppare tecnologia che possa essere coinvolta con le armi. Penso alla tecnologia nel senso opposto, ovvero al servizio della vita umana stessa”.
Quarantasei anni in due, con circa duemila euro di investimento, Jacopo ed Andrea sono riusciti in undici mesi a trasformare il progetto cartaceo in un prototipo funzionante. E che apre a nuovi sviluppi sia per loro che per l’aviazione robotica remota.