Il progetto Cyber Risk Management, un’iniziativa di Singapore specializzata in rischi informatici di cui fanno parte gli assicuratori Lloyd e Aon, ci informa del fatto che un cyber-attacco lanciato su scala globale avrebbe il potenziale di causare alle aziende danni per quasi 200 miliardi di dollari.
Secondo lo studio, un cyber-attacco globale che utilizza il “ransomware”, e cioè il virus che “prende in ostaggio” i sistemi informatici per ottenere un riscatto, potrebbe costare 193 miliardi di dollari e colpire oltre seicentomila aziende a livello mondiale.
L’ipotesi delineata sarebbe la seguente: l’attacco viene lanciato attraverso una mail infetta che viene inoltrata a tutti i contatti di chi la apre e nell’arco di ventiquattro ore riesce a diffondersi a tal punto da sequestrare, criptandoli, i dati contenuti su trenta milioni di dispositivi nel mondo. Il danno creato alle aziende quindi comporterebbe il pagamento di un riscatto o la sostituzione dei dispositivi infetti.
Secondo lo studio degli esperti, i settori più colpiti sono quello sanitario e del commercio al dettaglio con una somma di venticinque miliardi di dollari ciascuno. Segue il settore manifatturiero. Sul piano geografico, l’attacco sarebbe più pesante per gli Stati Uniti perché metterebbe a rischio ottantanove miliardi, e per l’Europa dove invece il rischio è di settantasei miliardi.
Nello studio si evidenzia anche un’impreparazione a un eventuale cyber-attacco: nonostante la gravità delle conseguenze che comporterebbe, l’economia globale non è al momento pronta a gestire un evento di questo tipo. Sarebbe infatti assicurato soltanto il 14% dei costi complessivi, lasciando 166 miliardi di dollari non coperti da assicurazione.