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HomeEsteri Un anno senza Giulio. Paola e Claudio Regeni: “Stiamo vivendo il male”

Un anno senza Giulio
Paola e Claudio Regeni
"Stiamo vivendo il male"

Iniziative in molte piazze italiane

La vicinanza di Gentiloni e Alfano

di Marina Lanzone25 Gennaio 2017
25 Gennaio 2017

Paola Regeni in occasione di una conferenza stampa al Senato, Roma, 29 marzo 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

«Abbiamo visto e stiamo ancora vivendo tutto il male del mondo». Lo hanno scritto Paola e Claudio Regeni in una lettera a Repubblica, a un anno dalla scomparsa di Giulio. «Questo male continua a svelarsi pian piano, come un gomitolo di lana, ma questo oltre ad essere il frutto di un costante lavoro di chi segue le indagini è anche il risultato della vicinanza di tutte le persone che in Italia e nel mondo chiedono con noi: verità per Giulio».

tweet gentiloni

«Un anno dall’orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni», è il tweet postato dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, questa mattina. Ma non è stato il solo a spendere delle parole per il ricercatore. Anche Angelino Alfano, ministro degli Esteri, ha postato un pensiero per Giulio e la sua famiglia.

tweet alfano

Tante le iniziative organizzate da Amnesty International Italia per commemorare la scomparsa del ricercatore. In primis l’iniziativa dell’Università Sapienza di Roma a partire dalle 12:30, dove verranno letti alcuni stralci del diario di Giulio. Alle 19:41, l’ora dell’ultimo messaggio di Regeni prima di sparire nel nulla, in molte piazze italiane si accenderanno delle fiaccole in suo onore. A chiedere questo gesto di solidarietà sono gli stessi coniugi Regeni, per Giulio e per tutti coloro i cui diritti umani sono stati lesi. Il portavoce di Amnesty Italia, ha denunciato una situazione molto grave: «Oggi in Egitto ci sono centinaia di persone scomparse, così come accadeva in America Latina negli anni ’70-’80. Se non si risale alla catena di comando che lega l’operato materiale di chi ha sequestrato, fatto sparire, torturato, non si arriverà mai alla verità».

Intanto passi avanti sono stati fatti nelle indagini. Dopo l’ok del procuratore egiziano, Nabil Ahmed Sadek, che ha autorizzato l’analisi dei video delle telecamere di sorveglianza della metro in zona Dokki (Regeni è andato lì poco prima della scomparsa), ieri è stato diffuso un filmato che dimostrerebbe che Giulio fosse spiato dalla polizia egiziana.

«Per il nostro dolore ci sarà tempo – hanno scritto i coniugi Regeni nella loro lettera –. Vogliamo sapere chi, come e perché, senza saltare nessun passaggio della catena, ha ucciso e torturato nostro figlio. Sappiamo che non siamo i soli a volerlo».

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