Umbeto Eco, internet e gli imbecilli. Passano i giorni ma non si placano le polemiche scatenate dalla frase pronunciata dal professore all’università di Torino, in occasione del ricevimento della laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”. «I social – aveva affermato – danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Parole che in molti non condividono e che alcuni hanno anche definito un’eccessiva generalizzazione.
L’intervento di Eco è stato ripreso dal quotidiano la Stampa, che allo stesso tempo ha pubblicato una risposta critica a firma di Gianluca Nicoletti, convinto di vedere nella rete un’opportunità di confronto maggiore anche per i presunti non imbecilli. Secondo il giornalista e scrittore, infatti, il potere del web è stato proprio quello di dare a tutti la possibilità di misurarsi con il “più realistico tasso d’imbecillità di cui da sempre è intrisa l’umanità”. “Era sin troppo facile per ogni intellettuale – si legge nell’articolo – o fabbricatore di pensiero, misurarsi unicamente con il simposio dei suoi affini”.
Ancora più critico è stato lo studioso dei social media Dino Amenduni, che gode di un ottimo seguito sul web soprattutto tra le nuove generazioni, sul sito Valigia blu. “Quella di Eco – scrive il blogger – è una generalizzazione che indugia sui consueti stereotipi triti e ritriti, che dividono le persone in intelligenti e sceme sulla base dei mezzi di comunicazione utilizzati, dei luoghi frequentati (che hanno fatto di male i baristi?)”. Insomma, perché preoccuparsi solo dei cretini che scrivono su Facebook e non anche di quelli che pubblicano libri e scrivono sui giornali?
Alla fine, probabilmente, il professore ha soltanto espresso un concetto semplice e condiviso da chiunque (chi mai potrebbe negare che ogni giorno internet sia invaso da commenti idioti e notizie false?) ma abbia esagerato nell’usare parole forti, infastidendo chi ha letto in quel passaggio della lectio magistralis la volontà di subordinare la libertà di espressione al livello di intelligenza di chi la esercita. Ma la rete, oltre a essere una gabbia di imbecilli, è anche uno straordinario strumento per il passaparola e di certo un’illustre personalità della cultura non poteva sperare che quanto affermato non avrebbe avuto un’enorme eco.
Roberto Rotunno