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HomeCronaca Ugo Sposetti: “Il no ai rimborsi elettorali fu una decisione scellerata di Enrico Letta”

“Il no ai rimborsi elettorali
fu una decisione scellerata
e improvvida di Enrico Letta”

L’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti

“Storture facilmente prevedibili”

di Antonio Fera28 Febbraio 2025
28 Febbraio 2025

Ugo Sposetti (ex tesoriere Ds)

Ricostruire le tappe storiche delle varie norme sul finanziamento dei partiti in Italia non è impresa da poco. Lumsanews ha chiesto una mano a un politico di lungo corso come Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Democratici di Sinistra, oltre che più volte senatore e deputato tra le fila di Pci, Pds e Pd.

Nel 1974 si scopre che fondi di Enel e altre compagnie petrolifere sono stati versati nelle casse di Dc, Psi, Psdi e Pri per indirizzare la politica energetica del governo. Sposetti, è allora che il Parlamento opta per il finanziamento pubblico ai partiti?

“Sì. Fu un disegno di legge presentato a firma di tutti i partiti, segno che c’era una volontà precisa di inserire nella legislazione italiana una normativa adeguata agli standard europei e americani sul tema, anche se con risorse insufficienti”.

Nel 1993 Tangentopoli dimostra però quanto il finanziamento pubblico non sia un vero argine a fenomeni di corruzione e concussione.

“Quella stagione politica va interpretata come una conseguenza della caduta del Muro di Berlino e della riscrittura dell’ordine mondiale. Quello che, in fondo, sta accadendo anche oggi da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. A mio avviso, Mani pulite servì a colpire i vecchi partiti e riscrivere la storia”.

Nel 2013 il governo Letta abolisce gradualmente i rimborsi elettorali e introduce il sistema in vigore oggi, prevedendo un tetto di 100 mila euro alle donazioni dirette. Il “liberi tutti”’ su finanziamento privato e autofinanziamento inizia qui?

“Quella è stata una decisione scellerata dell’allora presidente del Consiglio Enrico Letta che non aveva capito nulla su cosa stava succedendo nel nostro Paese e sulle ragioni che portavano gli elettori a premiare in massa il Movimento 5 Stelle. Allora manifestai tutta la mia contrarietà”.

Aveva già intuito che ci sarebbero state delle storture?

“Certo. Penso al 2 per mille che, sebbene irrisorio, è pur sempre un finanziamento pubblico. Così come c’è l’8 per mille alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni o il 5 per mille per le associazioni di volontariato, c’è anche il 2 per mille per i partiti. E già la disparità di queste percentuali – 8, 5 e 2 – la dice lunga su quale importanza diamo alla politica e all’organizzazione della democrazia in questo Paese. Le storture erano facilmente prevedibili”.

Come riscriverebbe oggi quella legge?

“L’articolo 49 della Costituzione chiarisce che tutti hanno diritto di associarsi in partiti ‘per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale’. Ma non credo che oggi questo diritto sia garantito a tutti nello stesso modo”.

Quindi per lei si dovrebbe ritornare ai rimborsi elettorali?

“Al Parlamento italiano mancano il coraggio e la forza di affrontare la questione con serietà.”

Pensa che gli elettori lo digerirebbero? Per molti italiani il tema dei costi della politica è da sempre un tabù.

“Lasciamo che sia la politica a decidere”.

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