BRUXELLES – Parole chiave: “Spirito di compromesso”. Mercoledì 20 dicembre i ministri dell’Economia dell’Unione Europea hanno trovato l’intesa sul nuovo Patto di Stabilità dell’Ue. Si tratta di una svolta storica nell’economia del continente. Il sì è arrivato durante l’Ecofin straordinario convocato in videocall dalla presidenza spagnola. L’Italia, che all’inizio era apparsa fortemente critica, ha confermato quanto voluto da Francia e Germania. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è detto quindi d’accordo.
Il nuovo Patto di Stabilità dell’Ue mantiene, secondo fonti di Bruxelles, una rigida sostenibilità fiscale, ma permette anche di non affogare la crescita. Investimenti e interessi del debito saranno tenuti sott’occhio nel periodo transitorio triennale che andrà dal 2025 al 2027. Il percorso di rientro strutturale del deficit ha un parametro fisso dello 0,5% annuo. La velocità della correzione, però, può cambiare. Infatti un governo può chiedere alla Commissione di concordare una traiettoria tecnica che non blocchi gli investimenti e tenga conto dell’aumento degli interessi. La Germania ha ottenuto “l’ancora di salvaguardia”, che obbliga i Paesi che sono già rientrati sotto la soglia del 3% ad arrivare all’1,5% del deficit/Pil per avere un cuscinetto anti-crisi. Tuttavia, per i paesi con debito superiore al 90% del Pil c’è un percorso più morbido, con la possibilità di ridurre il deficit dello 0,25% annuo su un totale di sette anni.
Soddisfatta la premier Giorgia Meloni, che ha dichiarato: “È stato trovato un compromesso di buon senso. Il Patto è migliorativo rispetto al passato”, ha sottolineato in serata la premier, aggiungendo poi di rammaricarsi per il “no” dell’Europa alla golden rule sugli investimenti. Anche il Commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, si è espresso entusiasta sul raggiungimento dell’accordo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha parlato di un “Patto sostenibile” che “contiene alcune cose positive e altre meno, ma ha regole più realistiche di quelle attuali”.
L’Olanda ha parlato di Patto per “un debito sostenibile”, ribadendo l’importanza delle regole. La vicepremier, Nadia Calvino, ha affermato che con questa intesa “verrà data certezza ai mercati”. Parigi, Madrid e Berlino hanno espresso la loro soddisfazione per un sì “storico” su nuove regole fiscali definite «realistiche, equilibrate e adeguate alle sfide del presente e del futuro».
L’accordo dell’Ecofin, però, non chiude la partita. A gennaio il Parlamento Ue approverà la sua posizione negoziale, poi cominceranno i triloghi tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo. Il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che “non c’è tempo da perdere”, specificando che bisognerà chiudere sul Patto in maniera definitiva prima di aprile. Nel frattempo, le vecchie regole torneranno solo in maniera formale in primavera, mentre le nuove arriveranno dopo le Europee.