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HomeEconomia Ue, intesa sul Patto di stabilità: “Attuazione in tempi stretti”

Intesa su Patto di stabilità
tra Consiglio e Parlamento
Attuazione in tempi stretti

Direttore Mes: "Contatti con l'Italia"

dopo la mancata ratifica della riforma

di Sofia Zuppa12 Marzo 2024
12 Marzo 2024

BRUXELLES – Attuare già quest’anno in maniera “coerente e rapida” il nuovo Patto di stabilità. È l’impegno preso lunedì 11 marzo dagli Stati dell’Eurozona. Nessuna esitazione dunque, dopo l’intesa finale sulla nuova governance fiscale raggiunta tra i co-legislatori del Consiglio e del Parlamento europeo poco più di un mese fa, e già confermata dai Paesi Ue il 21 febbraio e validata la scorsa settimana anche dalla Commissione Econ dell’Eurocamera. La prossima scadenza è fissata al 20 settembre, quando i singoli Paesi dovranno presentare i piani di spesa per l’aggiustamento dei conti per il 2025.

Il nuovo Patto di stabilità

Un’iniziativa che allontana l’Europa dall’ombra dall’austerità e introduce margini di maggiore flessibilità, con l’obiettivo di “rafforzare la sostenibilità del debito e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva attraverso riforme strutturali e investimenti”, si legge nella dichiarazione sulla politica di bilancio per il 2025 l’Eurogruppo. 

Soddisfatto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni che, arrivando alla riunione dell’Eurogruppo, ha dichiarato: “Si tratta di una sfida, ma alla fine la nostra opinione e inoltre l’opinione della maggior parte degli Stati membri era chiaramente di non essere favorevoli a posticiparne l’adozione”. Adesso si prospetta un lungo periodo di attività: “Lavoreremo intensamente durante l’estate sui piani a medio termine con gli Stati membri”, ha aggiunto.

Direttore Mes, contatti per trovare una soluzione in Italia

Intanto, tra i 27 si riaffaccia la questione della mancata ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità da parte dell’Italia. Il direttore del Mes Pierre Gramegna, nel corso della conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo, ha garantito continuità di “collaborazione e contatti con tutti i Paesi per capire come evolverà la situazione”. L’unica certezza, ha continuato Gramegna, è che “il Parlamento italiano non può discutere nuovamente la questione entro la scadenza dei sei mesi rispetto alla decisione di dicembre”. 

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