“Serve un Recovery Fund da almeno mille miliardi con fondi già dai prossimi mesi”. Con questo appello il Commissario Europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, invita a una riflessione per aiutare economicamente le imprese e le famiglie duramente colpite dalla pandemia del coronavirus. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, l’ex premier italiano preme sull’attuazione di un fondo economico più pesante per evitare che l’Unione Europea conosca una recessione dal carattere disomogeneo iniziata a causa del Covid.
L’emergenza sanitaria sta colpendo tutti i settori economici, ponendo i diversi attori dell’Eurozona di fronte a una sfida: quella della ripresa economica che, sottolinea Gentiloni, non sarà uguale per tutti i paesi europei. Il rischio di una ripartenza a più velocità è concreto e, per questo, il Commissario economico pensa sia necessario un nuovo strumento per consentire, attraverso l’uso dei fondi Ue, investimenti privati per sostenere le aziende in difficoltà in quei Paesi che non hanno margini di spesa per intervenire.
La politica economica e di bilancio pensata da Gentiloni ha lo scopo di rafforzare le misure economiche già messe in campo da Bruxelles: il Mes per la sanità, Sure per i lavoratori e il fondo Bei per le imprese. Ma c’è anche la sospensione sine die del Patto di Stabilità. Al quotidiano di Torino, Gentiloni sottolinea che non sarà attivato nuovamente finché tutti i paesi membri registreranno una ripresa concreta. È sicuramente una misura fondamentale, ma insufficiente senza un piano per la ripresa con un forte finanziamento, finalizzato ad evitare la possibilità di far aumentare il debito di quei Paesi già fortemente indebitati.
“Per evitare di aumentare il peso del debito si potrebbero emettere titoli perpetui – afferma Gentiloni-, come ha proposto il governo spagnolo di Pedro Sanchez, o agire sulla durata dei prestiti, come stiamo facendo”.
L’ex premier ha affermato come a Bruxelles stiano riflettendo su una nuova misura per contrastare la pericolosa divergenza tra i Paesi Ue: uno strumento di sostegno alla solvibilità. “Lavorando con la Bei, il nostro obiettivo è di attrarre investimenti verso aziende che erano in salute prima della crisi, ma che ora sono a rischio insolvenza – ha detto-. Lo strumento sarà aperto a tutti gli Stati, ma disegnato per favorire il sostegno alle società in quei Paesi più colpiti”.
Sulla richiesta di gruppo del Mes Gentiloni ha infine sottolineato la necessità di una decisione comune da parte di tutti i Paesi membri, senza demandare l’ultima parola alla Commissione Europea.